“Già il 24 gennaio 2020, grazie a uno studio cinese, potevamo conoscere molte caratteristiche del Covid, purtroppo la comunità scientifica occidentale non ha dato sufficiente credito a questo lavoro”. Così Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, affronta una delle tante domande (molte della quali senza risposta) che riguardano la pandemia di Covid-19.
Tornando allo studio citato dal direttore dell’Istituto “Mario Negri” venne pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet il 24 gennaio di un anno fa, quando di coronavirus ancora non si sentiva parlare. Lo studio metteva in guardia da questa malattia con una mortalità più elevata del normale, descriveva le caratteristiche dei pazienti Covid e i sintomi insorti con la malattia e tutte le possibili misurazioni di laboratorio da effettuare. In Italia il primo focolaio di Covid-19 venne rilevato il 21 febbraio a Codogno, in Lombardia, quattro giorni più tardi si contavano dei casi a Bergamo e Milano, il 6 marzo probabilmente la situazione era già fuori controllo. Il 18 marzo c’erano focolai in tutto il nord del Paese, il resto è già storia.