Da vecchio farmaco anti-malarico a cura miracolosa contro il Covid-19? In tempi normali non ci dovrebbe essere neanche spazio per la domanda. Si farebbero test clinici secondo gli standard accettati dalla comunità scientifica di tutto il mondo e, a seconda dei risultati, la nuova indicazione terapeutica verrebbe ammessa oppure no. , in Alsazia si allestiscono ospedali da campo, il governo – che invita a stare a casa e al contempo invitava ad andare a votare – è accusato di impreparazione e tentennamenti, e quindi ci si attacca a nuovi eroi e nuove speranze: la clorochina e il suo profeta, il professor Didier Raoult.
Nato 68 anni fa a Dakar, in Senegal, dove il padre era medico militare e la madre infermiera, Raoult è cresciuto a Marsiglia ed è lì che dirige l’istituto ospedaliero-universitario Mediterrannée Infection, uno dei centri di avanguardia nella ricerca e nel trattamento delle malattie infettive. In queste ore centinaia di persone stanno facendo la fila davanti all’istituto nella speranza di farsi testare e, nel caso, curare, da questo scienziato con i capelli lunghi che a fine febbraio ha pubblicato su YouTube un video dal titolo definitivo: «Coronavirus: fine della partita!».
Secondo lui, la terapia a base di clorochina funziona e il mondo intero ha a portata di mano Tutto molto semplice. Le imprudenze e lo stile di Raoult ne farebbero un perfetto ciarlatano, ma la questione è un po’ più complessa. Nel suo campo Raoult è un’autorità riconosciuta, i colleghi criticano le ultime uscite ma è un ricercatore che ha al suo attivo una carriera notevole e molte e importanti pubblicazioni scientifiche. Se il presidente Emmanuel Macron lo ha invitato nel Consiglio scientifico che lo aiuta a prendere decisioni nella gestione dell’epidemia, è perché Raoult non è un personaggio che si è inventato adesso.
Resta il fatto che il professore di Marsiglia fa parte del sistema ma gioca anche a fare l’eccentrico, l’anti-establishment, il genio che sa prendere decisioni quando «i soliti burocrati» perdono tempo. Scettico sul riscaldamento climatico, alle prime notizie dell’epidemia in Cina faceva – come molti – lo sbruffone e non capiva tutta quell’agitazione per il corona, l’ultimo virus di una lunga serie. Campionario delle sue dichiarazioni al Parisien, questa domenica: «Il governo ha finalmente autorizzato un test clinico della clorochina? Me ne infischio, non ne ho bisogno. Vedo che la clorochina funziona, e la dò ai miei pazienti. Fine della discussione». « Alla fine tutti useranno questo trattamento, è solo una questione di tempo prima che chi mi critica si mangerà il cappello e dirà che la cura esiste ed è questa». «Anche Donald Trump ha twittato sui miei risultati, solo in Francia ancora non sanno bene chi sono io. Non è che siccome non abito a Parigi non posso occuparmi di scienza».
E qui si tocca un tasto che, per quanto possa apparire bizzarro in una situazione come questa, ha il suo peso: la rivalità tra Parigi e Marsiglia, la lotta eterna tra il cuore dello Stato e la provincia, l’arroganza del potere centrale e il vittimismo di chi sarà sempre pronto a incolpare l’establishment. «per mandarli tutti al diavolo», e tra quei «tutti» c’è il suo nemico Yves Lévy, direttore dell’Inserm (Istituto nazionale della sanità e della ricerca medica) di Parigi e marito di Agnès Buzyn, fino a febbraio ministra della Sanità.
Il coronavirus rischia di far saltare i meccanismi di controllo, Raoult dice che «se sto precipitando e ho un paracadute non mi metto a fare test sul paracadute, lo apro», suscitando l’indignazione degli infettivologi parigini. La premio Nobel per la medicina Françoise Barré-Sinoussi dice che «per adesso non è ragionevole proporre la clorochina a un gran numero di pazienti», ma nei giorni del Covid-19 anche Eric Cantona, indimenticato campione di calcio nato a Marsiglia, si sente in diritto di difendere il conterraneo Raoult: «Ha preso la maturità letteraria, poi è partito due anni in marina, suo padre era medico e adesso Raoult è uno dei più grandi ricercatori del mondo. Ha trovato il rimedio al virus. E’ un fenomeno». Ed ecco «Ma ci sono i Parigini con le loro giacche e cravatte tutti ben pettinati, mentre lui sembra uscito da Woodstock e lo trattano da ciarlatano. Raoult è il mio idolo».
Mentre la cura al coronavirus rischia di diventare una rissa da stadio, non resta che affidarsi ancora una volta al metodo scientifico e condurre test clinici per essere sicuri che la clorochina non faccia più male che bene e non illuda inutilmente milioni di pazienti in tutto il mondo. (e questo non impedisce di sperare che il professore marsigliese abbia ragione).