Lo stop dei 5 Stelle non piace a Draghi “La Lega non ci deve entrare” dice Grillo. Il premier irritato tira dritto per la sua strada

Ci sarebbe un obiettivo specifico dietro l’attendismo grillino. Una mossa, però, che non sarebbe piaciuta al premier incaricato Mario Draghi. E il vero “pomo della discordia” è ancora la Lega. La conferma della sospensione delle votazioni sulla piattaforma Rousseau calata dai vertici pentastellati, dall'”elevato” a scendere al reggente Crimi, sarebbe finalizzata proprio a permettere al presidente del Consiglio incaricato di sbarazzarsi dell’appoggio di Matteo Salvini.

DRAGHI IRRITATO. Ma il colpo di scena anticipato nella diretta fiume del garante, secondo fonti molto informate vicine a Draghi, avrebbe irritato il presidente del Consiglio incaricato. Uno stop che, di fatto, si traduce in una perdita di tempo, quando, invece, il suo obiettivo primario sarebbe “cominciare a lavorare per debellare il virus” Perché solo così – assicurano fonti dell’entourage dell’ex presidente della Bce – “potrà ripartire l’Economia”. Come dimostra la strategia d’attacco sfoderata dall’amica Merkel che manterrà la Germania in lockdown duro fino a marzo. Insomma, l’impasse costruito ad arte dai big pentastellati per far digerire alla base la virata governista del M5S sarebbe per Draghi solo un impedimento per risolvere l’emergenza Covid.

PARLA GRILLO. Ma nel video sul Blog delle Stelle, il fondatore del Movimento Beppe Grillo non ci ha girato intorno: “Non deve entrarci la Lega, perché la Lega di ambiente non ha mai capito nulla. E Draghi mi ha detto: non lo so. Vediamo, vediamo”. Insomma, stoppare tutto per far crescere il proprio potere negoziale nel far fuori la Lega. Che sarebbe un boccone troppo amaro da far ingoiare alla base militante, ancora scottata dall’esito infausto del periodo gialloverde. Difficile, però, che l’ex presidente Bce possa fare il gioco dei grillini, pregiudicandosi l’appoggio già strappato al capitano del Carroccio.

GIOCO DI SPONDA. A far tremare M5S e Pd, è che il gioco di sponda tra i due Mattei, Renzi e Salvini, possa far fuori pentastellati e piddini, spostando gli equilibri a proprio favore nel futuro governo Draghi. Anche dal Quirinale non l’hanno presa bene. L’affondo pentastellato con tanto di veto all’ingresso della Lega non piace al Colle dove sono sicuri che “Mario Draghi non si fermerà di certo per questo”. Sulla stessa linea anche il fronte renziano. “I paletti – fa notare un fedelissimo del senatore di Rignano – li mette Mattarella non Grillo e il Quirinale ha espressamente chiesto il sostegno di tutti. Dire di no alla Lega significa dire di no a Mattarella”. E l’ultimatum a PD e 5stelle è scagliato.
Di sicuro, Draghi tira dritto per la sua strada. Magari irritato, ma deciso a non arretrare di un metro di fronte a imposizioni varie. E toccherà ai Grillini, questo è certo, rivedere le proprie posizioni. “Questo non è il tempo dei veti”, filtra il pensiero da ambienti vicinissimi al premier incaricato.