Lo sport accende la mente. Tutti possiamo essere atleti. Nella diversità c’è ricchezza. Tre consapevolezze forti emergono dal racconto di Luigina Desopo, Presidente e fondatrice dell’Associazione Judo in Armonia Onlus, nata più di dieci anni fa, in seguito alla richiesta della mamma di un bambino con sindrome dello spettro autistico.
Come è nata la vostra realtà?
Mentre stavo tenendo la mia consueta lezione di judo con ragazzi normodotati, nel 2012, ricevo una particolare richiesta da parte di una mamma: inserire nel gruppo il figlio con sindrome dello spettro autistico. Di autismo non sapevo nulla, ma non potevo ignorare la richiesta di un bambino che voleva fare judo solo perché nessuno ci aveva preparato a tale eventualità, che si sarebbe poi rivelata essere un’opportunità. Nasce così Judo in Armonia Onlus, associazione che, dal 2012, si impegna a garantire corsi di Judo a circa 25 bambini e ragazzi con sindrome dello spettro autistico, adattandolo alle loro particolari necessità grazie all’aiuto e al supporto di una decina di volontari.
Qual è la mission dell’associazione?
Lo sport, in generale ma il Judo in questo caso, ha il potere di favorire la socializzazione e l’integrazione all’interno del gruppo dei pari, per la crescita degli atleti con bisogni speciali e il nostro obiettivo è diffondere la consapevolezza che il bambino autistico è semplicemente un ragazzo: come chiunque altro ha bisogno di vivere esperienze di vita e socializzazione, affinché la diversità non sia ostacolo ma occasione di crescita per tutti.
Su quale territorio operate?
Teniamo i nostri corsi, due volte a settimana per un totale di 4 turni di lezione, presso la palestra di Marchesino sita in Via Monte Baldo, 2, sotto concessione del Comune. Gli atleti che frequentano le lezioni provengono da Verona e provincia.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
Il primo obiettivo ed impegno di quest’anno, da perseguire in futuro, è quello di portare nelle scuole il nostro progetto. Come? Insegnando agli studenti, sin dalla scuola primaria, il valore dell’inclusione e la ricchezza che esiste nella diversità, attraverso lo sport nel gruppo dei pari integrando i compagni con disabilità, affinché tutti sappiano che nessuno è escluso, tutti possiamo essere atleti.Il secondo è quello di concentrarsi attivamente circa la comprensione delle esigenze di genitori e ragazzi, conoscere quindi le loro necessità e collaborare con altre associazioni, anche fuori regione, che, con metodi già approvati, riescono ad avere una comunicazione sempre più facilitata con i ragazzi proprio per la volontà di entrare noi nel loro mondo e comunicare. É per questo che vorremmo preparare alcuni volontari alla conoscenza del metodo ABA, in collaborazione con chi già lo fa da un po’ con ottimi risultati.
Continua la ricerca di nuovi volontari
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Dall’incontro con il primo bambino autistico ad oggi, si è costituita l’associazione e si è avviato un percorso di ricerche e scoperte sul mondo dell’autismo e l’aiuto è arrivato in prima battuta dall’estero, poiché in Italia non c’erano formazioni e informazioni adeguate, non esistevano palestre di judo adatte alle necessità di questi giovani atleti. Ciò ci ha portati a prender parte del progetto del programma Erasmus+, promosso dall’Unione Europea, dal titolo AutJudo, che ci vede collaborare con Università Raon Llull di Barcellona (Spagna), Università degli studi di Genova (Italia), Special Needs Judo Foundation (Olanda), Judo Assist Ireland (Irlanda), Federazione Judo Svezia (Svezia) e Federazione Judo-Ju-Jitsu Svizzera (Svizzera), per un periodo di 36 mesi circa, dal 2019 al 2022. Scopi di questo progetto sono incoraggiare l’inclusione sociale e le pari opportunità nello sport; promuovere l’attività fisica e lo sport come veicolo di valori quale inclusione sociale, amicizia, solidarietà, conoscenza di altre culture, volontariato; diffondere la pratica del Judo adattato a persone con disabilità. Dimostrare e descrivere i benefici che atleti con ASD ottengono dalla pratica del Judo adattato tramite specifici studi scientifici. Frutto materiale del progetto è un manuale scritto a più mani dai Paesi aderenti con metodi e risultati della ricerca.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
Oltre alla continua ricerca di fondi economici, per mantenere viva la nostra associazione siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari. Non tutti i volontari devono essere judoka perché è sufficiente essere persone sensibili, accoglienti e curiose per fare parte dell’associazione, al resto pensano i corsi di aggiornamento e di formazione con professionisti e per chi lo desidera, c’è la possibilità di conoscere il Judo con lezioni dedicate. Per questa ragione, Judo in Armonia si è unita alla campagna di promozione del volontariato Cercasi Umani, promossa da CSV Centro di Servizio per il Volontariato, offrendo un’opportunità di volontariato. Per scoprire i profili ricercati visita le schede di ricerca volontari sul sito www.cercasiumani.org
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Il nostro sogno è quello di avere una palestra tutta nostra in cui offrire corsi di Judo adattato non solo agli atleti con DSA ma anche ad altre tipologie di disabilità incrementano il nostro team con diverse figure professionali che possano essere di supporto al percorso evolutivo/educativo dei nostri ragazzi.
Stefania Tessari
puntata numero 25