Lo smog e in particolare le Pm10, cioè le polveri sottili, non solo provocano problemi polmonari e cardiovascolari, ma sono anche causa di artrite reumatoide e di osteoporosi.
E in una città come la nostra, Verona, che è tra le peggiori per qualità dell’aria e spesso in inverno supera i livelli di allerta rossa per l’inquinamento, è una notizia ancora più preoccupante.
A questi risultati è giunto lo studio presentato oggi a Milano dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata in base al quale l’inquinamento atmosferico non è responsabile solo delle malattie cardiovascolari e polmonari. Lo è anche per alcune patologie reumatologiche autoimmuni come l’artrite reumatoide, e malattie degenerative fra cui l’osteoporosi.
A stabilire la relazione fra l’esposizione al Pm10 e l’aggravarsi di alcune malattie reumatologiche è lo studio dell’Aoui, presentato a Milano dal direttore dell’Uoc Reumatologia professor Maurizio Rossini.
Organizzata dalla Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA), la presentazione delle ultime ricerche scientifiche dimostra come il contesto socioeconomico e ambientale sia un fattore di rischio nel decorso delle malattie reumatologiche.
Sulla scorta di queste nuove conoscenze è oggi possibile ridurre al minimo l’invalidità (un tempo inevitabile) e azzerare l’eccesso di mortalità. Risulta pertanto chiaro che, oltre alla ricerca di nuovi farmaci volti al controllo dell’infiammazione articolare e delle alterazioni immunologiche proprie della malattia, l’attenzione vada diretta allo stile di vita e ad aspetti socio-culturali.
LO STUDIO. Il progetto di studio, curato dal dottor Giovanni Adami, ha in effetti riscontrato un rischio maggiore di severità di malattia e di riattivazioni di artrite reumatoide durante i periodi più inquinati da ossidi di carbonio o d’azoto o da ozono o da polveri sottili.
Inoltre, è stato dimostrato che l’esposizione acuta ad elevati livelli di inquinamento atmosferico è una potenziale causa di inefficacia o perdita di efficacia delle terapie, determinando quindi la necessità di cambi di terapia e un aumento dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale.
“Dallo smog un danno alle nostre ossa”
Nell’ambito dello stesso progetto sono stati condotti grandi studi di popolazione che hanno messo in luce l’effetto deleterio dell’esposizione cronica all’inquinamento, in particolare da particolato, sul rischio di altre malattie autoimmuni, non solo reumatologiche ma anche gastroenterologiche. L’esposizione a polveri sottili sembrerebbe avere un effetto negativo anche sul metabolismo scheletrico. L’esposizione al particolato
(PM10 o polveri ancora più sottili) sembra in grado di aumentare la concentrazione della proteina RANKL (coinvolta nella regolazione e nel controllo del metabolismo osseo) e di favorire il rilascio di citochine infiammatorie, cui consegue l’attivazione degli osteoclasti, le cellule che demoliscono l’osso rendendolo più fragile.
Spiega il professor Maurizio Rossini: “Un’elevata concentrazione di particolato nell’atmosfera potrebbe ridurre l’esposizione ai raggi solari UVB, con conseguente diminuzione della capacità dell’organismo di produzione di vitamina D e quindi deficit di mineralizzazione dell’osso. La sezione di Reumatologia dell’università di Verona ha scoperto, in particolare nella popolazione femminile italiana, che l’esposizione a polveri sottili si associa ad un aumentato rischio di bassa densità minerale ossea. Lo studio, condotto su oltre 59.000 donne distribuite sul territorio italiano, ha documentato che l’esposizione a concentrazioni elevate di polveri sottili di dimensione inferiore ai 10 millesimi di millimetro (PM 10) o ai 2.5 μm (PM 2.5) porta ad un aumentato rischio di osteoporosi di circa il 15%, in particolare al femore. Questo contribuirebbe a giustificare l’aumentato rischio osservato di fratture di femore. Queste ed altre evidenze scientifiche, prodotte a livello internazionale negli ultimi anni, indicano che l’inquinamento dell’aria può essere corresponsabile dell’insorgenza, della gravità, della riattivazione e della mancata risposta alle terapie di alcune malattie reumatologiche e andrebbe a tutti gli effetti considerato un fattore di rischio da mitigare”. FIRA ETS. La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia, FIRA, è un ente senza scopo di lucro (ETS Ente del Terzo Settore), costituita nel 2006 su impulso della Società Italiana di Reumatologia (SIR). FIRA nasce con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica indipendente per la diagnosi e la cura delle malattie reumatologiche.
IL CLIMA. proprio ieri una ricerca del Sole24Ore insieme con 3bmeteo ha messo in luce la qualità del clima nelle città italiane, con risultati scarsi per Verona (al 72mo posto con due gradi in più rispetto a dieci anni fa) e le altre città della pianura padana. Non a caso negli ultimi dieci posti della classifica, inoltre, si incontrano diversi centri della pianura padana tra cui Pavia (105ª), Cremona (104ª), Piacenza (102ª), Lodi (101ª), Asti ( 100ª) e Ferrara ( 99ª). Nebbia, umidità, smog, ondate di calore rendono il clima sempre più difficile.
Infatti nelle prime dieci città in classifica guidate da Bari, quasi tutte sono in riva al mare o molto vicino con l’eccezione di Chieti. Troviamo Imperia, Barletta Andria Trani, Catania, Pescara, Livorno, Brindisi, Agrigento, e Cagliari. Del resto, non lo dicevano anche i dottori di una volta che al mare si sta meglio?