“Non c’è la bacchetta magica” come dichiara il governatore del Veneto Luca Zaia per eliminare lo smog che attanaglia la Pianura padana e le città venete in particolare Verona e Vicenza rispettivamente terza e quarta nella classifica di Legambiente pubblicata ieri dalla Cronaca di Verona. La nostra città con 66 sforamenti oltre i limiti di legge per le Pm10 nel 2024 si piazza dietro Frosinone e Milano, ma proprio questo report conferma il problema strutturale della Pianura padana. Possibile non ci sia nulla da fare e ci si debba arrendere visto che, come ha ricordato Zaia, anche durante il Covid quando non c’era traffico i valori erano oltre i limiti di legge?
Non la pensa così la senatrice veronese Aurora Floridia, di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS): ” La qualità dell’aria in Italia è da tempo un’emergenza, ignorata dal governo Meloni. I dati del report Mal’aria di città 2025 di Legambiente sono a dir poco allarmanti. Verona, la mia città, si trova al terzo posto per inquinamento, perché i livelli di polveri sottili e biossido di azoto superano costantemente i limiti raccomandati, mettendo a rischio la salute dei cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili, come bambini, anziani e chi già soffre di patologie respiratorie. Una situazione conosciuta e insostenibile. Ma ancora non si è fatto nulla per invertire questo trend negativo.
Servono subito interventi concreti, come ridurre le emissioni nocive industriali e promuovere interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, potenziare il trasporto pubblico e incentivare la mobilità sostenibile. E vanno ampliate le aree verdi, fondamentali per la qualità dell’aria. Il futuro della nostra città e delle prossime generazioni dipende dalle scelte che facciamo oggi. Non possiamo più permetterci di aspettare e rimandare”.
Il monitoraggio delle centraline Arpav in questi giorni dimostra ancora una volta che la qualità dell’aria in città è davvero scarsa soprattutto in Borgo Milano dove ieri si è tornati a sfondare il limite di legge per le Pm10. Un’emergenza che ha indotto alcuni nostri lettori a scrivere in redazione e commentare la notizia approfondendo anche il tema. E fornendo spunti interessanti. C’è per esempio chi scrive che tra le prime cause c’è “il traffico spesso rallentato”. Le code, gli ingorghi che si verificano nelle ore di punta alle porte della città aumentano sensibilmente le emissioni di smog “sia per un maggior consumo di carburante sia per le polveri sottili provocate dai freni”.
Per Marco Padovani (FdI) invece “l’amministrazione Tommasi è green solo a parole”.
Quel che è certo è che traffico più scorrevole aiuterebbe anche a ridurre le emissioni nocive da traffico. proprio per questo anche esponenti dell’ambientalismo storico stanno rivedendo la loro contrarietà al traforo delle Torricelle: ha senso intasare Veronetta e Teatro Romano di auto trasformando la zona in una camera a gas o forse sarebbe il caso di rendere il traffico più scorrevole con un passaggio sotto le colline? Quanto ci costa in termini di inquinamento e tempo perduto in coda non fare questa opera?
Ma andiamo avanti. C’è chi segnala che in città, a un chilometro da piazza Bra abbiamo una importante acciaieria (Pittini, ex Galtarossa) che al di là delle emissioni che produce è anche un attrattore di traffico pesante per i rifornimenti dei camion che devono percorrere le strade urbane e la circonvallazione perché manca il raccordo con la Transpolesana e con la tangenziale sud. A questo proposito, basta parlare con chi ha restaurato alcuni anni fa le statue del vicino cimitero monumentale: i monumenti avrebbero già bisogno di una nuova cura a causa delle polveri che si sono depositate in pochi anni. Ci sono poi da prendere in esame le due autostrade che attraversano Verona, la Serenissima A4 e l’Autobrennero A22. Entrambe hanno tantissimo traffico pesante di Tir internazionali.
Autostrade: sono zona franca. Non si è pensato di coinvolgerle per abbattere le emissioni
In tutti questi anni mai si è pensato di coinvolgere le autostrade in una logica di abbattimento delle emissioni inquinanti. le autostrade sono sempre state una zona franca, libera da ogni provvedimento per contenere lo smog. Ma non è così dappertutto. Per esempio, in occasione di emergenze smog per elevati livelli di polveri sottili e alta pressione atmosferica, le autostrade del Ticino impongono il limite di velocità a 80 chilometri all’ora. E allora è impensabile imporre una riduzione della velocità nei tratti cittadini delle nostre autostrade quando scatta l’allerta smog? Le auto in città devono essere limitate e i Tir (magari euro 1 o euro 2) in autostrada possono andare tranquillamente alle solite velocità?
E a proposito di Tir, sempre vicino alla città abbiamo il Quadrante Europa, grande attrattore di traffico pesante e Tir da tutta Europa, sia vecchi e inquinanti che moderni.
C’è infine anche chi segnala che a 10 chilometri c’è l’aeroporto, ma l’incidenza di un aeroporto sulla qualità dell’aria è da verificare, perché molte sono le città che hanno un aeroporto vicino ma non problemi di inquinamento.
E non va dimenticato poi che lo smog è prodotto anche in buona parte da riscaldamenti obsoleti, da industrie, da zootecnia. E ognuno deve fare la propria parte per contribuire ad abbattere le polveri.
MB