L’unica partita della storia di Euro decisa dal lancio di una moneta premiò l’Italia. Era il 5 giugno 1968 e la semifinale contro l’Unione Sovietica finì 0-0 dopo i supplementari. La qualificazione si giocò a testa o croce. Un franco francese fu lanciato nello spogliatoio dell’arbitro. Al primo tentativo la moneta s’incrastrò, al secondo decretò la ‘vittoria’ dell’Italia.
CHE PAURA! In semifinale gli azzurri devono sfidare l’Unione Sovietica che ha vinto il titolo nel 1960 e ha perso in finale (dalla Spagna) nel 1964. Cliente scorbutico. E difatti non c’è verso di superare la ragnatela sovietica, nonostante la spinta del pubblico napoletano. Finisce 0-0 e siccome non è previsto il finale ai calci di rigore l’arbitro tedesco Tschenscher convoca i capitani delle due squadre negli spogliatoi: sarà il lancio di una monetina da cento lire a decidere che andrà in finale. E l’esultanza di Facchetti, quando torna in campo dopo il verdetto, fa capire al pubblico che ce l’abbiamo fatta: siamo in finale. In un modo piuttosto strano e rocambolesco, d’accordo, però ci siamo.
IL GIALLO. Un franco francese? O una moneta da cento lire? Oppure ancora… In realtà, intorno al sorteggio che lanciò l’Italia in finale, restano molti dubbi e qualche…strizzata d’occhio. Narra infatti la “leggenda” che al primo lancio la monetina s’incastrò in una griglia sul pavimento. E qualcuno riferì che, prima che l’arbitro si chinasse a prenderla un dirigente italiano, sembra lo stesso Artemio Franchi, deus ex machina della situazione, allungò un’altra moneta al fischietto tedesco. Una moneta (sembra) con due teste. E quando l’arbitro chiese a Facchetti, testa o croce, proprio il dirigente l’anticipò dicendo “Testa”. Il lancio dell’arbitro non poteva che far uscire “testa”.
E, dunque, spedire in finale l’Italia, in una stagione tormentata com’era quel 1968.
Verità o leggenda? Non lo sapremo mai. Resta questa ricostruzione, affidata ormai alla storia.
Qualche giorno dopo l’Italia di Valcareggi e Gigi Riva non ebbe bisogno della moneta per battere la Jugoslavia. Campioni d’Europa !