L’invisibile violenza della finanza Donne di Apindustria

È un fenomeno subdolo, difficile da fare emergere e di cui si parla ancora troppo poco. Eppure nella società rappresenta, a tutti gli effetti, un ostacolo alla libertà della persona. “L’invisibile violenza finanziaria” è il tema su cui si focalizza la tavola rotonda promossa dal Gruppo Donne di Apindustria Confimi Verona sabato 3 dicembre, alle 11, presso la Sala Convegni del Banco BPM (in via San Cosimo, 10) a Verona. Dopo i saluti della presidente di Apidonne Verona, Marisa Smaila, la tematica sarà affrontata da diversi punti di vista che spaziano dall’ambito legislativo alla gestione del rischio nel contesto economico-sociale fino alle ricadute psicologiche nel soggetto fragile. Moderate da Ludovico Mantoan dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Verona, si alterneranno le voci di: Vincenza Frasca, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria; Barbara Gaudenzi, docente del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Verona; Giuseppina Vellone, psichiatra psicoterapeuta responsabile del progetto Casa di Deborah; a chiudere gli interventi sarà la testimonianza di Maria Antonietta Bergamasco, pedagogista e welfare officer di Quid Impresa Sociale. La violenza economica ha una definizione specifica: “Atti di controllo e monitoraggio del comportamento di una donna in termini di uso e distribuzione del denaro, con la costante minaccia di negare risorse economiche, o impedendole di avere un lavoro e un’entrata finanziaria personale e di utilizzare le proprie risorse secondo la sua volontà”. A citarla è l’articolo 3 della Convenzione di Istanbul che la inserisce nel contesto della “violenza domestica”, al pari di quella psicologica, verbale, sessuale o fisica.