“Sono trascorsi settantasette anni dal 27 gennaio del 1945 quando fu svelata inequivocabilmente al mondo tutta la tragedia e tutta la crudeltà dei campi di sterminio. Una orribile realtà che ha rappresentato il punto finale di un percorso di odio, di persecuzione e di morte a danno di milioni di donne e uomini innocenti, vittime di chi credeva che l’umanità fosse divisa in razze su cui una era destinata al predominio”.
“Primo Levi ha scritto che l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria – aggiunge -. Togliere quel segnalibro, infatti, non solo sarebbe un insulto alle vittime ma significherebbe lasciare che una ferita incancellabile continui a sanguinare nell’indifferenza. Un’indifferenza sempre in agguato che, come già durante l’Olocausto si è dimostrata spesso un punto di appoggio per i persecutori, oggi può impedire di conoscere la Storia e la sua realtà”…“Il seme della banalizzazione è rischioso quanto quello del negazionismo- dice ancora il Presidente -. Per questo, in questa giornata, sento il rappresentare con orgoglio i veneti nell’onorare i milioni di Ebrei e tutte le altre vittime che non sono tornate dai lager nazisti, di esprimere la mia vicinanza ai superstiti ancora presenti’’.