L’impatto della guerra sulla salute mentale: le diverse tipologie di vittime

Qual è l’impatto della guerra sulla salute mentale? Dal febbraio 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le truppe di entrambi i Paesi sono coinvolte in uno scontro diretto. Se inizialmente si pensava a un conflitto lampo, ben presto ci si è dovuti confrontare con una realtà ben diversa cioè una guerra che sta generando migliaia di morti e feriti.

E come se questo non bastasse, nel lungo periodo ci sarà anche un altro l’aspetto di cui occuparsi: le conseguenze sulla salute mentale delle persone, siano esse coinvolte direttamente nel conflitto oppure no.

Guerra e salute mentale: qual è l’impatto?

Esistono diverse tipologie di vittime che possono avere ripercussioni psicologiche:

  • il primo tipo sono certamente coloro che vivono personalmente l’accaduto, ovvero le
    popolazioni sotto attacchi;
  • il secondo tipo, sono le persone non direttamente coinvolte ma legate da un legame di amicizia o parentela a qualcuno che si trovi in guerra;
  • il terzo, sono i soccorritori, volontari, che sperimentino lo stress di trovarsi per lavoro in un luogo a rischio per la sopravvivenza;
  • il quarto, sono gli appartenenti alla comunità implicata nella tragedia;
  • infine, ci sono le vittime di quinto tipo, distanti geograficamente ma comunque a rischio emotivo.

Dopo 75 anni di sostanziale pace in Europa ci stiamo trovando a far fronte a sciagure che credevamo di non dover più vedere. Il “nostro benessere psicologico” è messo a dura prova da continui segnali di pericolo.

ll conflitto in corso incide in primis sulla psiche delle persone sotto gli attacchi, ma anche su chi ne è solo spettatore. La guerra in atto, con i terribili crimini che da sempre la contraddistinguono, ci scrolla dalle nostre finte certezze, ci destabilizza sbattendoci in faccia l’amara verità, ovvero che il processo di civilizzazione non ha affatto eliminato le stratificazioni più selvagge dell’essere umano e che purtroppo non si è imparato un granché dai crimini e dai misfatti del passato.

Ecco dunque il propagarsi di uno sgomento di massa, con nuovi motivi di preoccupazione che si sommano a quelli già presenti come il cambiamento climatico, la precarietà del lavoro, la recente Pandemia e molto altro.

Come reagire alla guerra

Il modo di reagire a questi pericoli è soggettivo e dipende fortemente dalla personalità. Soggetti già ansiosi di per sé, specie se affetti da un’ansia generalizzata, hanno ora un motivo in più per accusare sofferenza e peggiorare il loro stato d’animo alimentando il pensiero che tali sciagure potrebbero colpire anche loro.

Analoghe reazioni sono note anche in chi è dotato di una particolare empatia e pertanto tende a immedesimarsi nelle sofferenze altrui.

In entrambi i casi è utile attivare strategie di contenimento o evitamento, come non seguire eccessivamente i telegiornali, o scartare la visione di programmi di approfondimento con al loro interno immagini crude, al fine di preservare un certo benessere psicologico. E’ utile richiedere un supporto psicologico laddove dovessero esservi dei primi sintomi.