L’Hellas si ritrova con nulla in mano Servono idee di gioco alternative per diventare davvero pericolosi nell’area avversaria

Per il Verona le trasferte a Torino contro la Juventus sono sempre state proibitive e sono spesso coincise con una sconfitta. Questa volta, però, un Verona decisamente assetato di punti, invischiato in una piccola crisi di risultati e, se vogliamo, anche di gioco, è andato molto vicino a strappare un insperato pareggio.
Al termine di una gara giocata prevalentemente sulla difensiva, ma in maniera assai accorta e compatta, i gialloblù si sono ritrovati senza nulla in mano a nemmeno un giro di lancette dal triplice fischio finale.
Quando sembrava fatta, un maligno ultimo cross della disperazione ha trovato lo stacco dirompente di Milik che ha indirizzato di testa la palla sul palo opposto. A completare l’opera ci ha pensato l’incomprensione tra Montipò e Dawidowicz, con Cambiaso lesto come un felino a depositare in rete il pallone della vittoria.
COSA HA FUNZIONATO
Le novità positive viste contro i bianconeri sono state l’attacco a due punte e un centrocampo a tre. Dopo le positive indicazioni emerse nel secondo tempo della gara contro il Napoli, il tecnico gialloblù Marco Baroni ha riproposto dall’inizio i due attaccanti, affidandosi alla collaudata coppia formata da Djuric e Bonazzoli, già vista all’opera quando i due contribuirono alla miracolosa salvezza ottenuta dalla Salernitana due stagioni fa.
L’altra mossa, auspicata da molti addetti ai lavori e non solo, è stata quella di affidarsi a un centrocampo composto da tre giocatori, supportato ai lati dai soliti due esterni. Il trio composto da Hongla in mezzo, con Duda e Folorunsho ai lati, ha garantito maggior copertura alla retroguardia, con tutta la fase difensiva che ne ha beneficiato in maniera assolutamente positiva. La Juve è la Juve, certo,
tuttavia i gialloblù con una prova attenta e senza particolari sbavature hanno resistito alle folate bianconere, capitolando solo all’ultimo battito d’ali del match. Una menzione a parte, parlando di singoli, la merita Filippo Terracciano.
Il giovane figlio d’arte sta confermando sempre più doti di affidabilità e di duttilità, delle quali Baroni ne sta facendo intelligentemente buon uso.
COSA NON FUNZIONA
Pur senza togliere meriti ai due attaccanti, la fase offensiva abbisogna di essere maggiormente alimentata dagli inserimenti di esterni e centrocampisti, così da portare un maggior numero di uomini sopra la linea della palla. In questo momento, i gialloblù ricorrono, quasi abusandone, al lancio lungo alla ricerca della figura di Djuric.
L’attaccante bosniaco, però, si limita alla “spizzata” quando, tanto per capirci, servirebbe un giocatore alla Luca Toni, in grado di far salire maggiormente tutta la squadra. Urgono, quindi, una o più idee di gioco alternative perché così facendo diventa difficile essere pericolosi sotto porta.
Nella seconda metà della ripresa, infine, si sono notati alcuni giocatori in debito d’ossigeno, che hanno palesato una certa difficoltà a resistere al maggior dinamismo dei centrocampisti bianconeri. Siamo nel campo dove la riprova non esiste, tuttavia l’aver anticipato qualche cambio avrebbe probabilmente portato maggior beneficio.

Enrico Brigi