La solita antipatica litania. Il Verona, dopo aver disputato una buona gara, si ritrova a uscire dal campo senza nemmeno un punto in mano. Una scena già vista a Firenze, a Torino con la Juve, a Milano con Milan e Inter e all’Olimpico contro la Roma. L’ultima, la più recente, domenica nel confronto del ‘Maradona’ contro il Napoli. I gialloblù, reduci da un mercato invernale che ha letteralmente rivoluzionato l’intero organico, hanno tenuto testa alle offensive della squadra di Mazzarri, trovando la forza, e anche la fortuna, di andare in vantaggio con un gol del giovane Coppola, quando mancavano venti minuti alla fine della gara. In molti hanno sperato fosse la volta buona di tornare ad espugnare il vecchio ‘San Paolo’, dopo quarantuno anni di attesa. In quel breve frangente che rimaneva da giocare, però, la squadra di Baroni, forse pensando di avere già in tasca la vittoria, ha subito la naturale reazione partenopea, finendo ribaltata nel risultato a seguito delle due reti messe a referto dall’ingrato ex Ngonge e dal solito Kvaraskheila, autore di una rete da antologia. Nonostante il forte contraccolpo, i gialloblù hanno comunque avuto la forza di reagire, mettendo subito la testa nell’area avversaria. Nel convulso finale c’è stato anche un contatto tra Di Lorenzo e l’ultimo arrivato Swiderski ma il VAR ha deciso, dopo un rapido check con il direttore di gara, di soprassedere.
COSA HA FUNZIONATO
Marco Baroni, ritrovatosi in mano una squadra completamente rivoluzionata, pur confermando per nove undicesimi la formazione che la settimana prima aveva pareggiato in casa contro il Frosinone, ha adottato un atteggiamento per nulla rinunciatario, cercando di prendere le misure al Napoli, pronto a ripartire ove se ne fosse presentata l’occasione. Dopo una prima fase in cui è stato determinante Montipò, con il passare dei minuti i gialloblù hanno preso coraggio limitando i rischi al minimo sindacale. Nella ripresa, poi, su precisa indicazione dello stesso Baroni, la squadra ha alzato il proprio baricentro di gioco, crescendo in intensità e pericolosità sotto porta. A coronamento di questo cambio di marcia è poi arrivata la rete di Coppola, che ha scaldato i cuori dei sei tifosi scaligeri presenti sugli spalti – la trasferta era vietata per tutti i residenti della provincia di Verona – e per i tanti incollati davanti alle tv. Un’emozione, purtroppo, rivelatasi poi breve ed effimera.
COSA NON HA FUNZIONATO
Come già successo in altre occasioni, i gialloblù hanno rovinato tutto nei minuti finali. La cosiddetta “zona Cesarini” sta, purtroppo, diventando uno degli anelli deboli di que sto campionato. Era capitato a Torino con la Juventus con il gol preso all’ultimo minuto, a Milano con l’Inter con il rigore fallito da Henry, e domenica nell’occasione della rete della vittoria partenopea. Lo stesso Coppola nel dopo partita ha commentato: «Colpa anche nostra, ci siamo addormentati, forse abbiamo pensato troppo presto di aver la vittoria già in tasca». Questa mancanza di concentrazione e attenzione proprio nel momento in cui dovrebbe essere, invece, al massimo, rappresenta un aspetto sul quale lavorare quanto prima, cercando di porvi immediato rimedio. La strada per la salvezza passa anche da questi aspetti. La soluzione va trovata subito, prima che sia troppo tardi.
Enrico Brigi