L’Hellas mette l’Atalanta nel mirino. Al bentegodi l’ennesimo risultato negativo della stagione Il migliore è Montipò che con grandi interventi è riuscito a tenere viva la squadra

Ph Renzo Udali©

Dalle stalle alle stelle e ritorno. In queste parole si possono sintetizzare gli ultimi dieci giorni del Verona, coincisi con le sconfitte casalinghe contro Inter e Torino, inframezzate dall’importante successo esterno in casa del Lecce, contro una diretta concorrente per la salvezza. Dopo l’umiliante “cappotto” subito contro i nerazzurri, i gialloblù hanno saputo sfoderare con forza i propri artigli strappando contro i pugliesi dell’ex Marco Baroni una vittoria di un’importanza capitale. Con quei tre punti, infatti, la squadra di Zaffaroni aveva ridotto a una sola lunghezza il distacco dallo stesso Lecce, creando nel contempo un importante solco di tre punti nei confronti dello Spezia. La sfida contro i granata di Ivan Juric, poteva quindi diventare un assist chiave in ottica salvezza. L’inaspettata vittoria dello Spezia su un Milan svagato e sottotono e il ko casalingo contro il Toro hanno, invece, riportato tutto com’era prima. Verona e Spezia appaiate a trenta punti, con tre partite da giocare e l’ombra di uno spareggio sullo sfondo. Analizzando nello specifico la sfida persa contro i granata, a salvarsi sono stati in pochi mentre diverse sono state le insufficienze.

CHI SALE
Il migliore di tutti è stato ancora una volta Lorenzo Montipò. Il portierone gialloblù, fulminato dal sinistro di Vlasic, sul quale è apparso esente da particolari responsabilità, ci ha messo un paio di pezze, consentendo alla squadra di rimanere fino alla fine aggrappata al match. E quando non ci sono arrivati i suoi provvidenziali guantoni, a dare una mano ci ha pensato l’imprecisione degli avversari con Ricci che ha fallito un’invitante palla gol. Le note liete della giornata terminano con Hien e Cabal. Il centrale svedese ha ingaggiato il consueto corpo a corpo con l’attaccante di turno – in questo caso il paraguaiano Sanabria – guidando con sufficiente autorità l’intero reparto difensivo. Bene ha fatto anche il giovane Cabal, dentro a inizio ripresa al posto dell’infortunato Dawidowicz. Attento e preciso nelle chiusure, si è fatto notare anche con un’interessante conclusione che ha impegnato Milinkovic-Savic. Probabilmente, meriterebbe una maggior considerazione

CHI SCENDE
Sono stati in molti a deludere domenica. Più di tutti l’ex Verdi, rimasto in campo solo un tempo per un problema fisico, apparso quasi un corpo estraneo. Male anche Ngonge, sembrato la brutta copia del giocatore ammirato a Lecce. Il problema, però, è a monte. La squadra si è presentata in campo con un atteggiamento troppo poco aggressivo in una gara dove serviva sicuramente ben altro. E in questo caso la responsabilità è principalmente della coppia Zaffaroni/Bocchetti che, evidentemente, non è stata in grado di toccare le corde giuste dei propri giocatori. In tutto questo hanno contribuito, in senso negativo, anche alcune scelte tattiche come quella di aver rinunciato sulla trequarti in partenza a uno come Duda, capace di assicurare equilibrio tra centrocampo e attacco. A parziale scusante i quattro cambi forzati per infortuni anche se questi, più che un alibi ,vanno classificati quasi come un piccolo segnale di allarme, in vista del rush finale.

Enrico Brigi