L’Hellas interrompe la serie negativa Serve subito una pronta conferma domenica prossima in casa dell’ex tecnico Cioffi

Contro il Lecce il Verona è finalmente riuscito a interrompere la serie negativa che durava ormai da cinque giornate. L’obiettivo e il desiderio erano quelli di conquistare una vittoria, che manca dalla seconda giornata, tuttavia il pareggio deve essere visto di buon auspicio, se non altro perché è riuscito a smuovere una classifica oltremodo deficitaria. Nella sfida del Bentegodi contro la squadra salentina, il tecnico gialloblù Marco Baroni, confermando le voci che si rincorrevano da diversi giorni, ha schierato la squadra con i quattro difensori, suo indiscusso marchio di fabbrica. La manovra ne ha sicuramente giovato. Dopo un primo tempo passato un po’ in sofferenza, nella ripresa i gialloblù hanno alzato i giri del motore, diventando più volte pericolosi in zona gol. Inoltre, ben 11 sono risultate le conclusioni verso la porta di Falcone – vero protagonista della serata – contre le 5 messe a referto dalla squadra di D’Aversa. Il fatto, poi, di aver rimontato due volte lo svantaggio, rischiando addirittura di vincere, rappresenta un altro segnale beneagurante per il futuro. Ora, però, serve subito una pronta conferma, già da domenica prossima in casa dell’ex gialloblù Gabriele Cioffi.
CHI SALE
Il mattatore di serata è stato Cyril Ngonge. L’attaccante olandese, oltre ad aver messo a segno la rete del primo momentaneo pari, è andato due volte vicino alla doppietta personale, dimostrandosi la vera spina nel fianco della retroguardia pugliese. E’ questo il giocatore di cui ha bisogno Baroni, non certo quello ammirato – si fa per dire – nelle ultime settimane. Convincente è stata anche la prova di Bruno Amione in difesa, apparso quasi insuperabile, e quella di Oudrej Duda che, “alleggerito” dall’assenza di Hongla, ha potuto recitare con buoni risultati la veste di regista, ben supportato in fase di copertura da Folorunsho. A raccogliere i più ampi consensi, tuttavia, è stato il nuovo modulo. Baroni, infatti, ha riproposto, seppur con qualche adattamento, lo schieramento con i quattro difensori. La manovra è apparsa più fluida e a tratti, in particolare nei secondi quarantacinque minuti, si sono visti sprazzi di bel gioco come non si vedeva da tempo. A vedere il bicchiere mezzo pieno, quindi, i segnali sono da classificare senza dubbio come positivi.
CHI SCENDE
Dietro la lavagna, contro ogni più rosea previsione, ci finisce, invece, Isak Hien. Il centrale svedese, fin qui tra i più affidabili, nonché pedina quasi insostituibile, è incappato nella cosiddetta “serata storta”. Disattento in marcatura, si è reso protagonista in negativo quando con un disimpegno effettuato con ingiustificata sufficienza, ha servito sui piedi di Oudin la palla che il centrocampista giallorosso ha tramutato in rete con un gol degno di particolar menzione. A convincere ancora poco è stata anche la prestazione di Suslov. L’agile e veloce centrocampista slovacco ci mette sempre tanta buona volontà ma il suo operato rimane sempre piuttosto improduttivo e fine a sé stesso. Rimane sempre, infine, un punto di domanda su alcune scelte di Baroni come l’utilizzo a sinistra di Terracciano piuttosto che il trattamento ancora riservato a Saponara che continua, per alcuni inspiegabilmente, a rimanere ai margini.

Enrico Brigi