«Se devo scegliere una squadra, dico Verona tutta la vita. Nel mio cuore pulsano forte da sempre il giallo e il blu». Chi parla è ‘Mimmo’ Maietta, uno che i colori dell’Hellas li ha scolpiti sulla pelle. Un amore incondizionato, quello tra l’ex capitano gialloblù e i tifosi dell’Hellas, sin dal suo arrivo a Verona. «Quando sono arrivato la squadra era in serie C, ed era reduce dalla delusione dell’anno precedente con la finale play off persa contro il Pescara. Nel giorno della presentazione dissi che in tre anni saremmo tornati in serie A. Un posto dove l’Hellas meritava di stare. Lo dissi perché ci credevo, e cercai di trasmettere tutto questo ai miei compagni». E andò proprio così.
Oggi il Verona lotta per non retrocedere. «Mi spiace molto vedere i gialloblù in fondo alla classifica. È una stagione complicata ma, nonostante tutto, la salvezza è ancora possibile. I motivi di tutto questo? Tutto nasce a mio avviso dallo stravolgimento della squadra di quest’estate. Tanti giocatori nuovi e due allenatori che non sono riusciti a portare avanti il lavoro di Juric e Tudor. Si prendono troppi gol e si segna poco. L’equazione finale è fin troppo chiara». E domenica arriva l’Empoli. «Una partita difficile. Loro sono salvi ma in ottima salute, come dimostra la vittoria con la Juve. Hanno la mente libera e si giocheranno la partita, come è giusto che sia. Mai fidarsi delle squadre già salve. Il Verona deve vincere ma dovrà sudarsela». L’ago della bilancia potrebbe essere Verdi. «Conosco bene Simone. Mi sarei aspettato di più da lui. Ora, però, dopo il mancato trasferimento, si è rimesso in carreggiata. Rimane l’unico in grado di fare veramente la differenza».
Maietta, ha chiuso la carriera a Empoli, ricoprendo anche un incarico dirigenziale. Conosce, quindi, molto bene la realtà toscana. «Empoli è la piazza ideale per i giovani. Basta vedere quanti giocatori sono esplosi negli ultimi anni. Il segreto? Da anni, tutte le formazioni, dalle giovanili alla Prima squadra, adottano il 4-3-1-2, stile Barcellona. Il Presidente Fabrizio Corsi, inoltre, è un grande intenditore di calcio. Attento a tutti i dettagli, dedica molta più attenzione al Settore Giovanile. Conosce tutti i giocatori e vede bene dove ci sono delle potenzialità. I risultati ottenuti gli stanno dando ragione».
Il legame nato tra Maietta e la tifoseria gialloblù è speciale. «I tifosi hanno sempre apprezzato il mio comportamento sul campo. Il segreto vero – confessa – è che piazze come Verona non le trovi da nessuna parte. Mi spiace solo per come si è conclusa». Potresti tornare come direttore sportivo.»Sarebbe il mio sogno. Dovrebbero combinarsi un po’ di cose ma, mai dire mai». Dei tuoi anni a Verona, i tifosi ricordano alcuni tuoi gol. Tra quelli fatti con Varese e Crotone in casa e Torino in trasferta, quale scegli? «Scelgo quello al Bentegodi con il Varese, perché fatto sotto la Curva Sud. Quella, inoltre, era la prima partita con mia sorella allo stadio, delle due che ha visto. Poi è mancata è quindi quel gol è anche un modo mio per conservare il suo ricordo».
Enrico Brigi