“Io credo risorgerò”. Mai come questa volta il singolare coro dei tifosi del Verona ha fatto centro. Perchè l’Hellas al Gewiss Stadium è davvero risorto.
Un Verona che alla fine dei primi 45′ era letteralmente cenere, arso vivo dalla forza, dal ritmo, dalla qualità di un’Atalanta, ancora in versione Anfield.
Contro la squadra di Gasperini quella di Baroni ha fatto una figura magra. Altro passo, altra determinazione, un passivo di due reti che solo qualche prodigioso intervento di Montipò ha impedito che potesse essere peggiore. Ma sull’orlo del baratro, da dentro una buca profonda, il Verona si è rialzato, è davvero risorto.
Quello con l’Atalanta è un punto dal peso specifico determinante per il finale di stagione. E la classifica conta solo relativamente. Primo tempo imbarazzante.
L’Atalanta va il doppio, trova il vantaggio con Scamacca, raddoppia con un’azione che è l’immagine dell’impotenza dei gialloblù. C’è poco da fare, i padroni di casa vanno il doppio, corrono di più, sono letali quando scendono a folate verso la porta di un Montipò unico in grado di reggere l’urto. Qualcosa nello spogliatoio, però, accade. Baroni non fa cambi, diciamoci la verità, incassando gli improperi di tutto il popolo Hellas.
“Nel primo tempo siamo stati troppo timorosi – ha detto Baroni – anche se bisogna dire che abbiamo giocato con un centrocampo inedito, con un Dani Silva in difficoltà nel primo tempo con i ritmi altissimi.Fra primo e secondo tempo abbiamo riordinato le cose e la squadra è entrata con il piglio giusto. Non ho cambiato nessuno perché volevo una risposta da quegli undici. Il risultato è il premio per loro”.
E la risposta c’è stata. L’Atalanta ha certamente abbassato il ritmo ma il Verona ha dimostrato di essere vivo, vitale.
Un pareggio che ha una duplice valenza. La sconfitta e il suo contraccolpo psicologico con il Genoa sono definitivamente alle spalle ma, soprattutto, il Verona ha ritrovato entusiasmo, fiducia armi Indispensabili per la prossima partita che, tanto per cambiare, può valere una stagione.
Al Bentegodi sabato sera arriva l’Udinese in un match che l’Hellas non deve assolutamente sbagliare. Serve l’Hellas attento, affamato, determinato visto nei secondi 45′ contro l’Atalanta. Anche perché i friulani dell’ex Cioffi sono squadra certamente temibile sotto il profilo fisico ma non valgono come tasso tecnico e forza tattica gli orobici. La salvezza resta un traguardo difficile ma non impossibile e molto passerà dalla gara di sabato.
Mauro Baroncini