Contro l’Udinese i gialloblù hanno conquistato un punto d’oro che consente alla squadra di Marco Zaffaroni di guardare avanti con rinnovata fiducia, in ottica salvezza. Non è stata una partita facile. L’Hellas, trovato il vantaggio con una fortunosa autorete di Beçao su un tiro senza pretese di Lazovic, ha subito il veemente ritorno dei friulani che hanno presto rimesso le cose a posto con Samardzic, sfiorando poi a più riprese la rete del raddoppio, La formazione scaligera si è difesa con encomiabile ardore e nel finale, complice anche i positivi innesti dei nuovi arrivati Duda e Ngonge, è riuscita a rialzare la testa, rendendosi pericolosa in zona gol. COSA HA FUNZIONATO Il Verona che ha strappato, lottando con il coltello tra i denti, un sofferto pareggio, ha messo in mostra una ritrovata solidità difensiva. La retroguardia gialloblù, che ha trovato in Hien e nel rinato Magnani i suoi due nuovi pilastri, ha retto bene le offensive della formazione di Sottil, cercando di limitare al minimo le situazioni di pericolo. Al resto ci ha pensato poi il solito Montipò, abile e pronto a far arrivare i suoi guantoni dove serviva. In mezzo al campo Tamèze, poco supportato da un Sulemana in leggera difficoltà, ha tenuto in piedi il centrocampo quasi da solo mentre merita un applauso di incoraggiamento il giovane Braaf. L’attaccante olandese, gettato nella mischia all’ultimo momento a causa dell’inatteso forfait di Doig, era alla sua prima assoluta con la maglia gialloblù. Nonostante i pochi allenamenti effettuati con il suo nuovo gruppo, ha cercato di mettersi al servizio della squadra, facendo vedere di essere dotato anche di un buon bagaglio tecnico. Ottimo anche l’innesto di Duda che ha riportato ordine e sostanza in un centrocampo che fino a quel momento aveva un po’ sofferto la maggior fisicità di quello friulano. COSA SI PUO’ MIGLIORARE Se l’Udinese è settima e il Verona terz’ultimo un motivo ci sarà. Acquisito il vantaggio, l’errore è stato forse quello di arretrare eccessivamente il proprio baricentro difensivo, scelta che ha permesso agli uomini di Sottil di aumentare la loro presenza nella metà campo veronese, con l’inevitabile aumento del numero di azioni ad alto coefficiente di pericolosità. Dopo il pareggio friulano, il fortino gialloblù ha comunque resistito mentre nella seconda parte della ripresa la squadra ha addirittura trovato la forza di rialzare la testa, creando un paio di occasioni. Assodata l’importanza di Djuric nel gioco di sponda, diventa necessario trovare anche soluzioni alternative, affinchè la manovra offensiva non diventi troppo prevedibile. Un valido aiuto può arrivare dal subentrato Ngonge, attaccante rapido, dotato di buoni numeri. La strada rimane lunga, tortuosa e impegnativa ma il Verona adesso è finalmente una squadra, in grado di giocarsela a viso aperto con qualsiasi avversario.
Enrico Brigi