La Partita. Necessariamente con la p maiuscola. Ha un bel dire il tecnico del Verona Marco Zaffaroni: “la classifica non dobbiamo guardarla, non ci aiuta”. Ma non ci si può girare attorno. Quella con la Salernitana è una gara vitale, un autentico crocevia. Il Verona dovesse vincerla avrebbe in mano la salvezza. E’ vero, non sarebbe nemmeno salvo sulla carta perchè anche in caso di sconfitta dello Spezia ad Empoli i liguri conserverebbero una lunghezza di vantaggio sui gialloblù. Ma è chiaro che l’inerzia, il trend sarebbe tutto a favore dei ragazzi del tandem Bocchetti-Zaffaroni.
Una vittoria che darebbe importanza, sostanza al cammino positivo intrapreso dall’Hellas da inizio d’anno. E allora sì che conterebbero e tanto i pareggi con il Torino, con l’Udinese e l’ultimo, quello con la Lazio. Un match fondamentale che il Verona affronta con un importante interrogativo legato all’utilizzo dell’ex della sfida, l’attaccante Milan Djuric.
L’affaticamento muscolare che lo ha costretto ai box contro la Lazio ancora non gli dà tregua e ipotizzabile che il Verona possa giocare ancora con Lasagna come punta centrale, un ruolo che non gli è congeniale e che non esalta le caratteristiche del giocatore. Ci sarebbe la soluzione Adolfo Gaich ma sembra un passo indietro rispetto allo scendere in campo con lo stesso undici di lunedì scorso contro la Lazio.
Gara da vincere, da affrontare con il coltello tra i denti, gara, quella con i campani, che, di fatto, chiude il cerchio di questa difficile annata gialloblù. All’andata il Verona perse malamente. Partita dominata, incredibilmente segnata dagli episodi, l’ultimo dei quali la rete in pieno recupero di Dia che costò la panchina a Gabriele Cioffi. Il tecnico toscano lasciò il Verona al terzultimo posto con un magro bottino: cinque punti in nove partite. Da lì si aprì l’era Bocchetti. Ma al timone solitario della caravella Verona l’ex difensore gialloblù non seppe fare meglio. Per lui cinque sconfitte consecutive e dopo la sosta Mondiali ecco l’arrivo di Zaffaroni.
Sia chiaro, Bocchetti è parte integrante del progetto tecnico di questa squadra ma è indubbio che il gioco del Verona dall’inizio del nuovo anno è radicalmente mutato. Forse oltre a quello di Zaffaroni l’arrivo che ha dato un cambio di rotta sostanziale è stato quello di Sean Sogliano. Con lui è mutata l’aria e sono anche cambiati alcuni interpreti. E’ un Verona profondamente diverso da quello che ad ottobre dello scorso anno si arrese all’Arechi consacrando la definitiva bocciatura della gestione Cioffi. Lunedì sera al Bentegodi il cerchio si può definitivamente chiudere, il periodo pià nero, quello in cui anche la speranza era svanita, potrebbe abbandonare le rive dell’Adige. Certo, tre punti che non daranno la salvezza ma che indirizzeranno definitivamente il campionato del Verona.
Mauro Baroncini