La delicata sfida salvezza contro il Sassuolo era la classica partita da vincere. L’aspetto fondamentale era senza dubbio il risultato. Non era importante come raggiungerlo ma riuscire a ottenerlo era l’unica cosa che contava. In campo si sono viste due squadre affamate di punti ma condizionate dalla paura di perdere. Una sconfitta, infatti, anche se non decisiva, avrebbe aumentato lo stato di agitazione già ora oltre il livello di guardia. In una partita decisamente povera di emozioni a spuntarla sono stati proprio i gialloblù. Dopo un’iniziale fase di studio, il Verona ha alzato la testa, creando alcune situazioni di pericolo dalle parti di Consigli. Nella ripresa, invece, la squadra di Baroni ha assunto un atteggiamento più difensivo lasciando agli ospiti il pallino del gioco, senza tuttavia correre alcun pericolo. Bravo e lesto è stato, invece, il polacco Swiderski, abile ad approfittare dello svarione difensivo di Henrique – un vero e proprio regalo – capitalizzando nel modo migliore l’errore del centrocampista neroverde. Il suo gol, il primo in serie con la maglia dell’Hellas, ha regalato al Verona una vittoria di primaria importanza.
TRE PUNTI SENZA GIOCO
La vittoria ottenuta contro la formazione emiliana non è certo arrivata grazie al gioco espresso. In sintesi poche idee e molto ben confuse. Da entrambe le parti, s’intende. Per gli esteti del calcio la partita di domenica non passerà alla storia. Di calcio si è visto veramente poco. È anche vero che se si incontrano due squadre appaiate al terzultimo posto della classifica, attendersi chissà che cosa è senza dubbio utopistico. In queste partite, come detto, il risultato conta più di qualsiasi altra cosa. Inoltre, come più di qualche addetto ai lavori ha commentato, in casa gialloblù l’abitudine alla lotta, forgiata negli anni, rappresenta un valore aggiunto. Diversamente dal Sassuolo che, escluso il primo anno da neopromosso, ha sempre disputato campionati tranquilli, privi di qualsiasi ansia da retrocessione. Le salvezze, però, passano anche da partite come questa. Ecco perché i tre punti conquistati rappresentano linfa vitale per le ambizioni di permanenza in serie A. Con buona pace di tutti gli amanti del bel gioco.
HENRY E LAZOVIC PIÙ NO CHE SÌ
Dopo il mercato rivoluzionario di gennaio Baroni ha messo in atto un nuovo rimescolamento di carte. L’obiettivo è quello di accelerare il più possibile l’inserimento nell’ingranaggio degli ultimi arrivati cercando nel contempo di trovare quanto prima l’equazione vincente. Domenica scorsa il tecnico gialloblù ha deciso di “rispolverare” in attacco Henry, concedendo una nuova chances anche a Lazovic. L’attaccante francese, dopo il rigore fallito con l’Inter e il mancato trasferimento in Belgio sembra aver perso le sue certezze mentre l’esterno serbo appare “in riserva”, avendo smarrito la sua proverbiale dinamicità che negli anni ne aveva fatto un titolare inamovibile.
LECCE E CAGLIARI PROVA VERITA’
Come dice Baroni, è vero che ci sarà da lottare fino al 96esimo minuto dell’ultima giornata. Tuttavia i prossimi due scontri diretti, in casa di Lecce e Cagliari, ai quali aggiungere la sfida sulla carta proibitiva contro il Milan, potranno dire molto sulle concrete possibilità di salvezza. Ecco perché, più di qualsiasi altra cosa, conterà non uscire dal campo a mani vuote. Diversamente la faccenda rischia terribilmente di complicarsi.
Enrico Brigi