“Il tema all’ordine del giorno del Consiglio di indirizzo di oggi è il cartellone per la stagione 2024. Questioni legali su Arena Extra? Non è tema previsto, ormai se ne occuperà il giudice in autunno”.
Taglia corto il presidente della Camera di commercio Giuseppe Riello, prima di entrare nella sede della Fondazione Arena di cui è vicepresidente, per la nuova seduta del Consiglio di indirizzo.
Una riunione delicata, perché già i sindacati con nota unanime hanno pesantemente criticato il ritardo della Fondazione nell’impostare il calendario 2024. Calendario nel quale dovranno essere previste le serate di lirica e quelle per l’extralirica, cioè i concerti pop e rock che sono gestiti da Arena Extra in capo a Fondazione Arena. Ma la stagione 2024 sarà caratterizzata anche, così come l’estate 2025, dai lavori necessari per mettere a norma e predisporre l’Arena per le cerimonie delle Olimpiadi invernali (chiusura) e delle Paralimpiadi (apertura) con l’installazione anche a quanto pare di un ascensore per disabili.
Tutto questo per dire che sarà ancora più complicato, come lascia intendere un abbronzatissimo Riello nella nostra chiacchierata, gestire gli eventi extra lirica perché potrebbero esserci meno serate per i concerti. E sempre che il Comune non abbia in mente altre deroghe per inserire manifestazioni sportive come quella di metà agosto che comporterà lo slittamento di Aida.
“L’extra lirica di cui si parla tanto è un settore delicatissimo, si occupa di un mondo difficile, quello degli artisti e degli spettacoli dal vivo, ci vogliono rapporti e competenza. Lo abbiamo visto quando c’era Mazzi che è un grande professionista del settore e ora è gestita al meglio con la Baczynski che era la sua assistente. Il Comune vuole portarsi l’extra lirica a Palazzo Barbieri e gestirla in proprio? Faccia la richiesta e vedremo, ma sarebbe un grave danno”.
Perché, sottolinea Riello, si parla e si discute tanto ma alla fine si deve fare i conti con il bilancio. E i concerti extra lirica portano nelle casse della Fondazione Arena suon di milioni indispensabili per andare avanti con le produzioni della lirica, anche alla luce della riduzione degli apporti dei soci e soci sostenitori: Agsm-Aim per esempio non versa più la sua quota e si prevede che anche Generali (ex Cattolica) possa presto disimpegnarsi magari riducendo il ruolo a mero sponsor (e perderebbe il posto in consiglio di amministrazione).
Per cui, le prospettive sono che si riduce il flusso di risorse da parte istituzionale e potrebbe calare, per riduzione delle serate, l’incasso dell’extra lirica.
“Il gettio dell’extralirica è fondamentale per la tenuta dei bilanci della Fondazione Arena”, sottolinea Riello, “se si dovessero ridurre le serate, se dovesse esserci meno pubblico, qualcuno dovrebbe pagarne le conseguenze”.
Anche perché, altra sottolineatura, “è vero che l’Arena è scenografica ed è unica al mondo, ma dal punto di vista del business per un artista in termini di pubblico è meglio utilizzare lo stadio Bentegodi. In Arena per avere un minimo di ritorno devi fare quattro, cinque serate quando allo stadio te ne basterebbe una sola. Per questo dico che gestire l’extra lirica in Arena è materia da professionisti, non puoi pensare di affidarla a qualche assessore”. Punto e a capo.
mb