Nel terzo trimestre dell’anno in corso, sulla base dei dati di fonte ISTAT, i volumi di produzione a livello nazionale del settore metalmeccanico evidenziano una caduta pari all’1% rispetto al precedente trimestre e del 2% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2019 l’attività produttiva metalmeccanica nazionale è diminuita del 2,5% rispetto all’anno precedente con risultati negativi diffusi alla quasi totalità dei comparti che compongono l’aggregato. Le attività metallurgiche hanno evidenziato una flessione media dei volumi pari al 2,3%, quelle relative ai prodotti in metallo del 3,5% e la meccanica strumentale del 2,2%. La produzione di autoveicoli è crollata del 9,2% mentre, si è registrato un moderato incremento per la produzione di apparecchiature per telecomunicazioni e strumenti di precisione (+1,2%) ed una significativa crescita (+4,3%) per il comparto degli altri mezzi di trasporto (costruzioni di locomotive, di navi ed imbarcazioni e di aeromobili e veicoli spaziali). Sulla situazione pesa da un lato la debolezza della domanda interna. In particolare i flussi di prodotti metalmeccanici diretti all’estero hanno registrato flessioni verso la Francia (2,2%) e la Germania (-1,4%), paesi che da soli assorbono quasi il 25% delle nostre esportazioni complessive ma diminuzioni più consistenti si sono avute verso la Turchia (-14,9%) e la Cina (-6,4%). Relativamente al fattore lavoro, nei primi 9 mesi dell’anno, sono state autorizzate nel settore metalmeccanico 92 milioni di ore corrispondenti a circa 100.000 lavoratori a tempo pieno non utilizzati nei processi produttivi. A Verona sono oltre 4.900 le imprese metalmeccaniche, numero che rappresenta circa il 41% del numero totale di imprese del manifatturiero. Buona la performance dell’export che nel secondo trimestre del 2019 ha raggiunto la quota di circa 2 miliardi e 406 milioni con un incremento del 3% rispetto al secondo trimestre del 2018. Da solo, l’export del settore vale il 41% dell’export totale veronese. Verona è nella “Top 10” italiana tra le province esportatrici nelle categorie dei macchinari e delle cisterne e radiatori. Con un valore dell’import di oltre 5 miliardi e 159 milioni nel secondo trimestre del 2019, in aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la nostra provincia si conferma 1° nel Veneto. Le migliori performance si registrano per gli apparecchi elettrici (+8%) e i mezzi di trasporto (+5,5%). Negative invece le variazioni per gli altri prodotti, in particolare per i metalli di base e prodotti in metalli a cui si attribuisce la diminuzione più marcata (-4,7%). “Nella nostra provincia”, ha detto Massimo Fabbri, presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria Verona,”l’andamento del settore non è omogeneo ma ci sono ambiti in cui l’export continua a macinare buoni risultati. Per certi versi, la politica dei dazi USA verso la Cina sta generando un aumento della nostra quota di esportazione per la non completa autosufficienza USA in alcuni comparti; le esportazioni dal veronese verso gli USA sono aumentate ed oggi pesano per il 6,4% del totale export della provincia rispetto al 4,9 del 2018. Ci sono tuttavia all’orizzonte segnali che potrebbero avere ricadute anche negative nel nostro territorio come il rallentamento della Germania, lo stallo dell’automotive e le indecisioni sulla produzione dell’acciaio italiano. Rimaniamo in attesa di veder confermate le misure per l’incentivazione 4.0 che sicuramente dovrebbero aiutare le nostre aziende a continuare a completare l’opera di efficientamento delle nostre fabbriche e il recupero della competitività necessaria ad affrontare questa nuova fase critica”.