L’export di merci e servizi di Verona nel mondo è calato del 4,2% , contro il -8,2% del Veneto e -9,7% del dato nazionale. L’import è diminuito del 14,4% a 13,8 miliardi di euro contro il -23,6% dei primi sei mesi.
Il rallentamento della bilancia commerciale veronese c’è stato ma, grazie al recupero nel terzo e nel quarto trimestre, l’export si è assestato sugli 11,3 miliardi. Il calo delle importazioni è stato invece del 14,4%. Nel corso del 2020 sono andati persi 2,4 miliardi di euro di prodotti e servizi importati sui 16,1 del 2019.
“Verona ha tenuto e bene perdendo “solo” 471 milioni di euro di export sugli 11,7 miliardi dello scorso anno – commenta il presidente della Camera di Commercio scaligera, Giuseppe Riello – un risultato importante e inaspettato che conferma quanto sia competitiva l’articolazione polisettoriale della nostra economia. Il calo era inevitabile per effetto soprattutto del lockdown primaverile, ma c’è stato un importante recupero nel terzo e nel quarto trimestre”.
Confermano la loro competitività l’alimentare, il tessile-abbigliamento e l’ortofrutta che migliorano rispetto al 2019, tutti gli altri settori arretrano. Il vino perde l’1,6%. A perdere terreno sono stati i macchinari, il marmo, le calzature, la termomeccanica, i mobili e gli altri prodotti.
Tra i primi venti mercati di sbocco, tiene l’export della Germania, stazionario a 2 miliardi di euro (+0,4%) e aumentano la Svizzera del 105,9%, che passa da settimo a terzo mercato, e il Belgio, ottavo mercato in crescita del 41,2%. I risultati eccezionali di Svizzera e Belgio, si riferiscono all’export di tessile, abbigliamento e calzature per la Svizzera e ai prodotti farmaceutici per il Belgio, si tratta di esportazioni di imprese multinazionali. Crescono del 2,5% le esportazioni in Canada e dello 0,8% quelle verso Malta.
Negli altri 15 mercati della “top twenty” dei paesi la dinamica delle esportazioni è negativa, con perdite anche a due cifre.