L’ex senatore D’Arienzo striglia il Pd “Linea cambiata, gravi rischi. Dobbiamo lavorare per tenere unito il Centrosinistra”

La crisi a Palazzo Barbieri è dietro l’angolo di uno dei tanti corridoi.
Lo sbandamento della maggioranza di centrosinistra che governa Palazzo Barbieri riguarda, è vero, le posizioni di Sinistra in Comune con l’assessore Bertucco e la consigliera comunale Jessica Cugini sui temi urbanistici-ambientali come lo sviluppo dell’area Marangona, l’edificazione in aree delicate, la deroga per gli hotel in centro storico, il recupero delle aree dismesse e così via, ma i mal di pancia in realtà sono destinati ad ampliarsi.
Anzi, si stanno già allargando ad altri nella maggioranza perché questi temi pongono quesiti profondi anche agli alleati della coalizione.
E’ il caso per esempio del Pd, partito-perno dell’amministrazione Tommasi che si sta allineando su tutte le scelte di governo. Ma sono tutti d’accordo? Pare proprio di no.
A suonare la sveglia al Partito democratico o se preferite a dare una strigliata ci pensa l’ex senatore Vincenzo D’Arienzo con alcune considerazioni molto preoccupate sulla gestione delle vicende cittadine e sulle scelte in cantiere.
Con il pericolo che come già avvenuto in passato con l’amministrazione Zanotto, anche questa esperienza di centrosinistra non riesca a lasciare una eredità da raccogliere che consenta di proseguire con un governo cittadino lontano dal centrodestra.
Dice infatti D’Arienzo: “Sono addolorato per come il centrosinistra e, soprattutto, il Partito democratico sta affrontando la sfida in Comune a Verona. Temo stia sfuggendo l’importanza politica/strategica che il capoluogo ha sul territorio nonché la valenza politica dell’unità del centrosinistra, che è stata necessaria per la vittoria del 2022 e lo sarà per il futuro”.
L’ex senatore spiega i casi particolari cui si riferisce: “E’ visibile a tutti che sia per Cà del Bue, sia per la Marangona, (e per il futuro lo stadio e le deroghe urbanistiche in centro), il PD ha cambiato le nostre storiche posizioni”.
Un cambio di rotta che ha portato il partito ad allinearsi al governo degli stakeholders?
D’Arienzo spiega: “Nulla è immodificabile, per carità, sono note e capisco le difficoltà di governare, ma non vorrei che prevalesse un certo relativismo politico, la ricerca di un percorso che mira, a prescindere da tutto, sempre e comunque a revisionare (o sbagliavamo allora o sbagliamo adesso!). Ciò sta disorientando il nostro elettorato”.

Senso di responsabilità da parte di tutti

A questo si aggiunge che si sta rischiando la crisi con una parte della maggioranza, cioè Sinistra in Comune, che esprime l’assessore Bertucco e la consigliera Cugini.
“Ancora peggio un altro grave rischio: la rottura della coalizione di centrosinistra e la riproposta di uno scenario che abbiamo già conosciuto nel nefasto periodo 2016/2017, le cui conseguenze sono state l’esclusione persino dal ballottaggio -ricorda D’Arienzo che sprona il partito a riprendere il suo ruolo- . Sono convinto che il PD, rafforzato anche dal recente consenso ricevuto, sia il pilastro della maggioranza e senza dubbio il motore della coalizione di centrosinistra a Verona attorno al quale costruire le azioni e le alternative territoriali. Per questo, abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità strategica di lavorare per questi obiettivi”.
E invece?
“Non nascondo un certo stupore nell’osservare l’inerzia con la quale affrontiamo determinati passaggi politicamente delicatissimi e la scarsa volontà del PD di fare la fatica e lo sforzo a tutela del bene supremo dell’unità della coalizione, foriera della vittoria 2022 e di positivi posizionamenti per il futuro. Ovviamente, parlo al mio partito, per il peso che ha, ma il senso di responsabilità deve esserci da parte di tutti”.
D’Arienzo conclude sottolineando le insidie: “Spero di sbagliarmi, ma se anche questo passaggio divaricherà le posizioni e creerà malcontenti e disagi nel centrosinistra, temo che la nostra sfida possa segnare pericolosamente il passo e a pagare saranno le generazioni di giovani che vorranno impegnarsi. Temo che lo sarà per anni, come accaduto in passato. Auspico che ci siano ancora margini per la “fatica“ che serve in questi casi e avviare un confronto che potrebbe evitare soluzioni dannose”.
M. Batt.