Sta sempre più prendendo piede anche ai livelli più bassi del ceto politico, il cerchiobottismo, cioè l’arte di saper rappresentare una parte di popolo apparentemente sconnesso dal mondo d’oggi ma non da internet che spesso si lascia trascinare da questi novelli “sanculotti” emuli anche loro senza saperlo della rivoluzione francese, cioè persone che indossavano i pantaloni lunghi da lavoro diversamente da quelli corti di moda all’epoca per i nobili, da subito in veste di rivoluzionari pronti a combattere angherie subite dal popolo minuto, subito dopo rinunciando all’ostentazione del berretto frigio e pronti ad adeguarsi per un pugno di riso. Paladini dei deboli per tutto ciò che una Amministrazione non riesce a fare e nel contempo ergersi quali artefici di ciò che viene fatto pur non avendo mai mosso un dito. Senza vergogna, un continuo doppio salto mortale con avvitamento degni del miglior Klaus Dibiasi anche se a osservarli bene non sono dei super campioni ma corpi flaccidi, limitati sia nel fisico che nell’intelletto, solo alla ricerca di un po’ di notorietà.
Ma prima o poi arriverà un nuovo Robespierre.
Giancarlo Frigo