Giulio Andreotti ogni tanto ricordava che …..”a pensar male si fa peccato….ma a volte ci si indovina” e…. si comprendono certe ragioni…. Una di queste ragioni, che oggi interessa la politica veronese, credo riguardi non tanto la destinazione urbanistica di un’area di proprietà del Consorzio ZAI partecipato dal Comune di Verona, quanto, semmai, le cause che stanno pregiudicando la stabilità della Amministrazione comunale. E ciò a seguito di un equivoco (a mio parere) che ha confuso il ruolo della Giunta del Sindaco Tommasi con le funzioni che invece competono ad altri Organismi, quali, ad esempio il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ZAI ed il suo gruppo dirigente. Infatti, la querelle riguarda la destinazione d’uso di un’area, di proprietà del Consorzio ZAI, compartecipato pure dalla Amministrazione Provinciale e dalla Camera di commercio. Un’area, è opportuno ricordare, di 157 ettari di superfice: costata un patrimonio negli anni 1970 ed inutilizzata da oltre mezzo secolo. Innanzitutto, durante il dibattito sorto attorno alle ragioni e sui metodi per dirimere questa querelle, non si sono sentite e quindi non si sono comprese le posizioni della Amministrazione Provinciale ne quelle della CCIAA. E questo mi ha fatto pensare ad una trappola mossa da questi nei confronti del Sindaco di Verona aventi, a mio parere, altre finalità! Senza entrare nel merito dell’argomento oggetto della diversità di opinioni fra il sindaco Tommasi e l’assessore Bertucco, ritengo che la Giunta Comunale rappresenti un “Organo Collegiale” ristretto (ad esempio del Consiglio Comunale stesso) pur avendo funzioni e poteri consultivi, esecutivi e deliberativi su materie pertinenti alle funzioni. Il dissenso fra il sindaco Tommasi e l’assessore Bertucco, riguarda la destinazione urbanistica di un’area di proprietà di una Azienda partecipata dal Comune (circa il 35%) ed da altri partners come prima ricordato; dissenso che vede schierata una maggioranza del sindaco con 9 consiglieri contro l’Assessore Bertucco. Difronte al concreto rischio che ciò possa provocare una crisi della Amministrazione Comunale e la conseguente nomina di un Commissario Governativo, nominato dal Prefetto per l’ordinaria Amministrazione e per la convocazione di nuove elezioni (che porterebbero mesi di vuoto amministrativo), non mi scandalizzerei se i componenti della Giunta dovessero esprimersi anche con una votazione non unanime, circa la destinazione di quest’area. E ciò per evitare conseguenze peggiori. Infatti, considero che la maggioranza del Comune di Verona abbia altre priorità su cui misurare le proprie competenze, e fra queste: servono tutte queste Aziende controllate o partecipate dal Comune di Verona? Non si ritiene necessario che gli Amministratori verifichino i bilanci di queste Società, anche per ridurre in taluni casi le tariffe a carico degli utenti? A che punto si trovano le azioni giudiziarie risarcitorie a seguito della truffa milionaria emersa nei confronti della Fondazione Arena? L’Amministrazione comunale, difronte ad una crisi di alloggi sempre più marcata, cosa pensa di fare nei confronti dell’AGEC e dei suoi 564 alloggi sfitti perché non a norma? (E circa altrettanti di proprieta dell’ATER)? Potrei continuare ancora, ma mi limito per sentire cosa pensa di fare questa maggioranza che governa la nostra Citta! Giuseppe Braga
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Questa lettera di Braga così come quella di Giancarlo Frigo ieri sull’ex Scalo merci confermano, se ce ne fosse stato bisogno, l’attenzione dei veronesi per le questioni cruciali per il futuro della città. Che l’ex Scalo merci possa essere ceduto gratuitamente alla città da Ferrovie è un sogno, ma sognare non è stato ancora proibito. Che la Marangona non sia l’unica priorità e non meriti una crisi, è stato ripetuto più volte. E dirlo o dissentire non può essere proibito.