Fermo restando che al termine di questo excursus arriveremo a richieste simili prodotte da più parti per la carenza di verde che i residenti e gli amministratori di questa parte di città, Verona Sud, rivendicano da tempi remoti, nondimeno reputiamo non produttivo non essere precisi su certi passaggi storici, passaggi che non sono opinabili e anzi, riteniamo ci legittimano a pretendere senza false illusioni. Una zona in cui c’è la Manifattura Tabacchi, poi la nuova ZAI, il Quadrante Europa, il Mercato ortofrutticolo, le cave per la coltivazione della ghiaia necessaria per i nuovi insediamenti degli anni 60-70-80 , il riempimento delle stesse con i rifiuti urbani di tutta la città, le due Autostrade, il Policlinico, l’Università di medicina, una parte di città, Verona sud, fino ad ora a servizio di tutta la città. Citiamo come esempio, un tentativo nella prima metà degli anni 90, con i dismessi Magazzini Generali ceduti alla Fondazione Cariverona perché quell’area divenisse luogo di cultura, di svago e di divertimento, purtroppo con esito ben diverso dal voluto. Con atto datato 23 ottobre 1987 il Consorzio Zai cedeva gratuitamente all’Ente Ferroviario, 250.000 mq. per un valore storico di 2 milioni di euro, a seguito di una Convenzione del 1982, scaturita da una comunanza di intenti e di progetti tra i due Enti in vista di una futura espansione economica di Verona. L’operazione a titolo gratuito è stata possibile perché le FS all’epoca erano Ente e non ancora SPA, infatti oggi i nuovi terminal in Quadrante Europa vengono fatti con investimento congiunto ZAI/RFI e capitalizzati in nuove Società. Non risulta agli atti vi siano state opere eseguite dalla ZAI all’interno del lotto ceduto, semmai furono eseguite opere di urbanizzazione funzionali al Quadrante, il Consorzio si accollò invece le spese per togliere le canalette. Sotto il profilo economico le FS hanno investito molto per il terminal in questione, investimenti che per dare reddito saranno ammortizzabili dai 50 anni in avanti e comprensibilmente quindi presi in carico da realtà economicamente forti come FS, siamo convinti che in questo caso non vi sia stato nessun regalo perché l’investimento fatto da Ferrovie è stato quello di mettere in condizioni di privilegio il mondo economico veronese. Benefici in termini occupazionali che hanno permesso al consorzio ZAI con il suo Quadrante, di essere riconosciuto quale primo interporto nazionale dalla fine degli anni 80, primo ancora adesso in Italia e primo pari-merito a quello di Brema in Germania. Il Consorzio ZAI è un Ente pubblico economico con un patrimonio che ammonta oggi, sempre secondo gli atti, a circa 63.000.000 di euro, frutto di finanziamenti anche differenti effettuati dagli stessi soci durante la vita del Consorzio ad oggi. Lo studio Sonato, incaricato della revisione dei conti di ZAI per l’anno 1987, dichiara quale perdita patrimoniale realizzata per la cessione gratuita in oggetto, una decurtazione dei contributi versati da parte del Comune di Lire 1.547.206.369 e di lire 512.009.416 dalla Regione Veneto, a conti fatti quindi oggi di 800.000 euro a carico dei veronesi. Purtroppo non risulta che il vecchio scalo merci abbia fatto parte di trattative o accordi connessi al nuovo terminale e ad oggi, nessun accordo serio sembra ancora esserci. Dopo aver precisato tutto ciò, siamo per rivendicare la cessione gratuita dei terreni FS dell’ex scalo merci da trasformare a Parco, quale risarcimento peri pregressi servizi che sono andati a vantaggio di tutta la città ma calati sul nostro territorio.
Giancarlo Frigo