L’età fragile e il tema del femminicidio Il romanzo ha vinto il Premio Strega. Da segnalare anche “Il cognome delle donne”

L’appuntamento con i “consigli alla lettura” è di ritorno dalle vacanze estive con un bagaglio ricco di novità editoriali che vogliamo consigliarvi per una ripresa alla quotidianità in compagnia di una buona lettura. iniziando col proporre il vincitore del Premio Strega 2024, che è stato assegnato a L’ETA’ FRAGILE (Einaudi) di Donatella di Pietrantonio, autrice italiana di spessore, che con grande grazia letteraria affronta il tema della fragilità dell’età in ogni fase della vita, sviluppando con maestria il tema del femminicidio, partendo da un episodio di cronaca che risale agli anni Novanta nel cuore dell’Abruzzo appenninico, quando l’orrore e la paura si era insediato in un luogo, fino a quel momento, ritenuto tranquillo, con l’assassino di due ragazze uccise sulla montagna dopo violenza sessuale ed una terza ferita, che diventa il protagonista della narrazione, per un libro che appassiona lettori e critica, a firma di per un’autrice italiana dal grande seguito e successo di vendite, che ricordiamo è vincitrice del Premio Campiello 2017 con il romanzo L’Arminuta e finalista allo Strega del 2021 con Borgo Sud.
E restando in tema di premi, non possiamo non consigliare il vincitore del Bancarella 2024, IL COGNOME DELLE DONNE (Feltrinelli) scritto da Aurora Tamigio. Siamo nella Sicilia di inizio Novecento con protagonista Rosa, che fa di tutto per non piegarsi alle volontà patriarcale e maschilista di padre e fratelli e lotta con tutta se stessa per ribellarsi, fino al 1925 quando incontra Sebastiano Quaranta, con il quale inizia una storia d’amore fatta di matrimonio e l’apertura di un’osteria. Da quella unione verranno alla luce Fernando, Donato e Selma, quest’ultima semplice e mite, che si farà corteggiare e sposare da Santi Maraviglia, che una volta insediatosi in casa diverrà dispotico e arrogante per un finale avvolgente per quello che definiamo un libro forte, che racconta di una saga familiare estesa lungo l’arco di tre generazioni, e prova a trasmettere forte il messaggio di lotta e resistenza da parte di donne sottomesse al potere patriarcale maschile.
Potente e affascinante è la scrittura di Milena Palminteri che nel suo libro COME L’ARANCIO AMARO (Bompiani) ci trasporta nella Sicilia degli anni 60, precisamente a Sarraca (Agrigento) dove Carlotta, donna trentaseienne, che dopo gli studi di legge decide di accettare l’incarico all’Archivio notarile, durante alcune ricerche genealogiche scoprirà dell’accusa rivolta da sua nonna paterna alla madre, per la colpa di non averla partorita, ma comprata. Parte da lì per Carlotta un’indagine che la condurrà a scoprire radici di rabbia, codardia e omertà che per tanti anni hanno cercato di mettere a tacere e seppellire. Un libro bello, arricchito da molti passaggi in diletto siciliano, che si lascia comunque leggere con piacere soprattutto nelle intense descrizioni degli stati d’animo e dei sentimenti dei protagonisti.
Chiudiamo la carrellata con Francesca Giannone, autrice del pluripremiato romanzo La Portalettere, che torna in libreria con DOMANI, DOMANI (Editrice NORD) con il quale ci trasporta nel Salento del 1959 a leggere di Lorenzo e Agnese, due fratelli che hanno perso il saponificio storico del nonno perché venduto dal loro padre, e che li obbligherà ad essere impiegati come operai sotto l’arroganza di un nuovo padrone che porterà Lorenzo ad andare via di casa, mentre Agnese preferisce non seguirlo e restare nella sua terra, spingendo i fratelli a dividersi e intraprendere strade diverse, fino quando l’amore e le sue ragioni li porterà ad un bivio dove ognuno sarà costretto a fare la propria scelta di vita. Romanzo forte e ben scritto.
Buona ripresa e buona lettura a tutti.

Gianfranco Iovino