Uno sguardo dall’alto verso il pianeta Terra. Si presenta così il Film Festival della Lessinia in programma a Bosco Chiesanuova dal 23 agosto al primo settembre. E’ stata presentata all’Università degli Studi di Verona, la venticinquesima edizione del Film Festival della Lessinia, rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizione in montagna. Dieci giorni di proiezioni ed eventi collaterali al via, dal prossimo 23 agosto, al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova. Erano presenti: Marta Ugolini, delegata del Rettore alla Comunicazione dell’Università di Verona; Alessandro Anderloni, direttore artistico del Festival della Lessinia; Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova; Vito Massalongo, presidente del Curatorium Cimbricum Veronense; Maria Grazia Bregoli, direttore della Casa Circondariale di Verona. La rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi, documentari, lungometraggi e film d’animazione dedicati esclusivamente alla montagna, al traguardo della venticinquesima edizione, propone 67 opere cinematografiche da 32 Paesi con 19 anteprime italiane. In Concorso quest’anno 25 pellicole da ogni continente, con una selezione che tocca cinematografie inconsuete: da quella del Lesotho al Pakistan, fino alla Palestina. La ricchissima retrospettiva è invece un omaggio alla Madre Terra. Al programma sul grande schermo del Teatro Vittoria si aggiungono numerosi eventi collaterali: dai dibattiti con i registi agli incontri letterari Parole Alte organizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona; dalle escursioni guidate ai concerti di musica dal vivo nella Piazza del Festival; dai laboratori didattici alle mostre. «È un cinema che ci spalanca gli occhi e ci costringe a fare i conti con il pianeta di cui siamo ospiti. L’equilibrio perduto tra il genere umano e la natura è un tema che torna in molti dei film, e la montagna si rivela il laboratorio dove si può sperimentare una convivenza possibile, che sia da esempio», anticipa il direttore artistico Alessandro Anderloni. «Il Festival l’aveva intuito in tempi non sospetti quando, nel 1995, nacque dedicato esclusivamente alla vita sulle terre alte – prosegue –. Oggi, nell’anniversario del quarto di secolo, guarda ai prossimi venticinque anni, quando il genere umano si giocherà la sua sopravvivenza sul Pianeta. Abbiamo dieci giorni per farci un’idea. Posso assicurare che si uscirà dal Film Festival della Lessinia cambiati». Evento speciale a inaugurare la rassegna è Terra, il documentario del regista austriaco Nikolaus Geyrhalter sui catastrofici sconvolgimenti che l’uomo sta provocando con l’escavazione del sottosuolo. Di sfruttamento delle risorse tratta l’anteprima di Antropocene – L’epoca umana: film canadese, nelle sale a settembre, che testimonia come gli umani stiano sfruttando oltre il possibile le risorse terrestri. A chiudere questa parentesi, un inno d’amore: Il pianeta azzurro di Franco Piavoli, regista ospite d’onore del Festival. Sono molti i nomi di giovani registi e registe in Concorso che, con i loro film, rappresentano il meglio dell’odierna produzione cinematografica dedicata alla montagna. Si tratta spesso di film-maker esordienti, eppure già pluripremiati, come l’islandese Erlendur Sveinsson e il suo potente Canarino; o di veterani della rassegna scaligera, come il cinese Pema Tseden con l’onirico e spiazzante Jinpa. La giuria internazionale che assegnerà la Lessinia d’Oro, la Lessinia d’Argento e gli altri premi ufficiali del Film Festival della Lessinia è composta da Igor Igor Bezinović (Croazia), Mandy Denise Dickinson (Regno Unito), Nestor “Tato” Moreno (Argentina), Betty Schiel (Germania) e Federico Spiazzi (Italia, Usa). Accanto ad essa, attribuiranno riconoscimenti speciali la giuria MicroCosmo di persone detenute nel Carcere di Verona e quella del Premio Log To Green Movie Award per il miglior film sull’eco-sostenibilità di cui fanno parte, tra gli altri, Gabriella Carlucci e Barbara Carfagna.