Ultima giornata di proiezione dei film in Concorso al Film Festival della Lessinia mentre a Bosco Chiesanuova (Verona) cresce l’attesa di conoscere i nomi dei vincitori della ventisettesima edizione della rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizioni in montagna che saranno resi noti domani.
La giornata è iniziata alle 10 nella Piazza del Festival con il laboratorio “I veri guardiani del bosco”, a cura dell’illustratrice Francesca Corso.
CINEMA. Alle 16, per la sezione Concorso, il pomeriggio di cinema al Teatro Vittoria ha proposto il cortometraggio Kalsubai di Yudhajit Basu. Kalsubai è il nome della montagna più alta del Maharashtra e di una dea, la cui storia viene narrata da un coro di donne, che cantano nel vento e nelle fiamme. Il mito racconta di una divinità protettrice che simbolizza un femminile libero dalle costrizioni di una società patriarcale.
A seguire l’anteprima italiana Nilanadukkam di Balaji Vembu Chelli. Allertato da una soffiata, un fotoreporter alle prime armi si mette in viaggio verso un remoto villaggio indiano colpito da un terremoto. Al suo primo incarico importante, il giornalista è ansioso di arrivare prima di chiunque altro sul luogo della tragedia, ma si accorgerà presto di essere intrappolato in un fitto mistero.
Alle 18 la visione delle opere cinematografica è proseguita con Il monte interiore, ultimo film di Michele Sammarco, presente a Bosco per incontrare il pubblico del Festival. Un fattore sale in cima a una montagna, con un sacchetto di sale stretto fra le mani, nella speranza di poter guarire il suo asino Giorgio, che da giorni è malato e rifiuta di muoversi. Il prete del paese è troppo giovane e non può aiutarlo, solo la perpetua ricorda gli antichi riti e le benedizioni necessarie a guarire l’animale.
A seguire due cortometraggi in anteprima italiana: Bìn di Ostin Fam in cui un alieno arriva sulla terra in cerca di aiuto per ricostruire la sua casa. Nel suo viaggio, fa sosta in un cantiere in Vietnam, dove si sta costruendo il più grande tempio del mondo. Poi Angh in cui lo sceneggiatore e regista Theja Rio racconta lo Stato del Nagaland, nell’India nordorientale, abitato da antiche tribù di tagliatori di teste, le cui tradizioni sono oggi quasi scomparse. Nel 1964, un anziano capo villaggio cerca di tramandare i riti e i racconti degli antenati al figlio Amao, rifiutando di convertirsi al cristianesimo.
Alle 21, il grande schermo del Teatro Vittoria si illumina con un’altra anteprima per l’Italia: Mbah Jhiwo, lungometraggio di debutto di Alvaro Gurrea. Yono è un minatore che sopravvive cavando zolfo da una miniera a ovest di Java. Quando l’uomo si ritrova improvvisamente a perdere prima la moglie e poi la madre, le imperscrutabili rotte del tempo gli offrono la possibilità di verificare le risposte di animismo, islam e capitalismo alla medesima domanda.
MUSICA. Alle 23, nella Piazza del Festival, musica dal vivo con i Ménego maìstro. Nel dialetto della Lessinia, il ménego maìstro è l’assenzio. Sono Carlo Fracasso (basso), Ester Bruni (tastiera e voce), Cristian Battocchia (percussioni), Andrea Pasqualini (chitarra e voce). Prenotazione obbligatoria a biglietteria@ffdl.it.