Il 2019 è stato l’anno leonardiano, nel quale è ricorso il cinquecentenario dalla morte dell’artista. Ma definire Leonardo da Vinci semplicemente artista sarebbe riduttivo, per quanto alcune delle opere per le quali è più noto siano in effetti opere d’arte: la Gioconda, l’Ultima cena, la Battaglia di Anghiari e altre.
Leonardo fu, però, molto di più: fu un uomo universale. Architetto, filosofo, pittore, meccanico, attento osservatore della natura e del suo funzionamento, è difficile per noi oggi misurare la portata della sua figura e di ciò che ha significato non solo nella storia, ma persino nella sua epoca. I confini “professionali” che si tendono oggi ad attribuire agli epiteti, secondo una tendenza dovuta senz’altro alla specializzazione e alla parcellizzazione dei ruoli, non hanno senso nel periodo rinascimentale, e tanto meno possono essere applicati a Leonardo, che persino in quel periodo è eccentrico.
Autodefinitosi «omo sanza lettere», per denunciare la mancanza di un’educazione classica improntata allo studio del latino e del greco, Leonardo fu però uomo pratico, interessato a una serie di campi di ricerca e di pratica del reale che convergono in un interesse poliedrico e in una curiosità nei confronti del fenomeno naturale che si spinge al tentativo di replica.
Così, nelle splendide pagine del Codice Atlantico si trovano disegni di corpi umani, di organi perfettamente riprodotti a scopo di studio, e gli schizzi e i progetti delle famose macchine immaginate da Leonardo. Poco importa sottolineare, come si tende solitamente a fare, che quelle macchine non funzionavano, che la macchina volante non permette, in realtà, di volare.
Ciò che conta è il pensiero, e il modo con cui Leonardo ha immaginato quelle macchine: innanzitutto, la volontà di superare il limite naturale tramite l’ingegno umano, in uno slancio di ottimismo epistemologico e pratico di proporzioni notevoli; in secondo luogo, il fatto che il modello di quel tipo di macchina utopica fosse a propria volta naturale, basato sulla riproduzione delle ali membranacee dei pipistrelli.
Oltre l’immagine esoterica imposta a Leonardo, una sistematicità si può trovare nel pur evidente massa di informazioni e di appunti accumulati nei suoi manoscritti. Divenuto un mito, si tende a cercare significati nascosti nelle opere di Leonardo, nella Monna Lisa, nell’Ultima cena, al punto che l’autore ha fornito materiale per romanzi di fanta-storia; al di là dell’accuratezza di questi tentativi, il dato è, però, che Leonardo è effettivamente unico nel suo genere. Poco male, quindi, se se ne sottolinea l’eccezionalità in modo forse eccessivo.
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