“Mentre le strutture dell’Ulss 9 sono piene di pazienti ricoverati per Covid, i numeri dell’Azienda ospedaliera di Verona sono decisamente più bassi. Quali sono le ragioni di questa disparità?”. A richiedere chiarimenti, con tanto di interrogazione, è la vice presidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, la consigliera del Partito Democratico Anna Maria Bigon.
“È necessaria una gestione più equilibrata, vista la situazione in alcuni ospedali in particolare Legnago, Villafranca e San Bonifacio. Il costante ‘sovraffollamento’ ha portato da un lato a sospendere interventi chirurgici, visite e tutto ciò che è prevenzione, dall’altro alle dimissioni o alla richiesta di trasferimento di medici, infermieri e operatori sanitari. Nell’emergenza pandemica il ruolo dell’Azienda ospedaliera risulta invece minoritario, se si escludono la ‘spina centrale’ di Borgo Trento che ha messo a disposizione anche alcuni letti in Rianimazione e il reparto Malattie infettive del Policlinico di Borgo Roma. Ma non solo – evidenzia Bigon – l’Azienda ospedaliera sta chiudendo i propri centri-tampone e ha ridotto la collaborazione per quanto riguarda le vaccinazioni, con ulteriore aggravio per le strutture dell’Ulss 9. Per quanto tempo ancora dovrà resistere questa ‘stortura’? La Regione ha intenzione di intervenire, come chiedono sindaci e Comitati di Villafranca, Legnago, Bussolengo e San Bonifacio? Quasi un milione di utenti attende da troppi mesi una risposta”.