Nel giorno del Giro d’Italia a Verona, anche mister Colella si alza sui pedali, per lo sprint finale. Mancano solo gli ultimi 100 metri per decretare se questa sarà una stagione da ricordare negli annali. E dopo un inizio di campionato sorprendente, nel mezzo c’è stato il baratro di un Legnago falcidiato dal covid e dalla paura di vincere, fino all’arrivo del nuovo mister. Solido come la sua società, a far cambiare completamente passo e mentalità. Sempre bravo a dosare gli umori all’interno del gruppo, a ridare fiducia a tutti, a far credere davvero nelle potenzialità di ognuno.
Senza lasciar trasparire all’esterno mai nessun dubbio. Un po’ scontroso nella forma, ma efficace.
Giovanni Colella ha portato concetti semplici, che dimostrano la bravura e l’esperienza del tecnico campano, veneto d’adozione. Quello che serviva, per risollevare una rosa che ha dimostrato di meritare la categoria e che si era persa in un bicchier d’acqua. Ora manca pochissimo. Lo sa anche lui, ma non vuole dirlo. La gara di sabato scorso al “Benelli” ha ribadito che i biancazzurri stanno meglio dei leoni ravennati. Il rigore di Buric ha confermato le attese, con l’obbiettivo salvezza, più che mai a portata di mano. Il vantaggio dell’andata unito al quintultimo posto in classifica, potrebbero portare alla salvezza anche in caso di sconfitta con un gol di scarto. Ma queste sono considerazioni, che non vuole sentire: “Sono ovviamente soddisfatto dell’andata, anche se non voglio sentir parlare di vantaggi. L’unico imperativo è vincere e salvarci, d’altronde sono stato ingaggiato per portare la nave in un porto sicuro. E di conseguenza non nego che mi piacerebbe
rimanere a Legnago per la prossima stagione, anche se ora non è il momento di parlarne”. Prosegue Colella: “Noi stiamo bene, abbiamo fuori solo Laurenti, qualche ultimo dubbio da risolvere, ma siamo questi. Loro sono una squadra insidiosa, pur non avendo una condizione buonissima, e non
c’è peggior avversario di chi non ha niente da perdere”.
Dall’altre parte la squadra di Leo Colucci
arriva allo scontro finale, in una posizione davvero scomoda: “I limiti ci sono, ma abbiamo cuore. E
finché l’arbitro non fischierà la fine, noi dovremo lottare con tutte le forze”. Il Legnago è avvertito.
Fabio Ridolfi