Alice Maurina è un’artista trentina che ha voluto scrivere una sorta di fiaba per spiegare cos’è la sindrome di Asperger e come si sente chi vi si riconosce. A corredo del testo, Alice ha preparato una serie di bellissime illustrazioni ad acquerello.
Parlaci un po’ di te.
Mi chiamo Alice Maurina e nei miei 38 anni mi pare di aver vissuto cento vite, perché mi sono dedicata a moltissime cose a scopo professionale pur rendendomi conto che le mie vere passioni, alle quali adorerei dedicarmi per lavoro, sono il disegno e la scrittura. Vivo in Trentino con la mia famiglia e coltivo anche l’hobby dello sport, in particolar modo del nuoto. Alcuni anni fa ho frequentato un’Accademia di Illustrazione a Brescia per diventare illustratrice professionista, al termine della quale ho cominciato a lavorare ad alcuni progetti e a tenere laboratori artistici. L’altra mia ambizione professionale, la scrittura, la coltivo da quando ero bambina.
Parlaci del tuo libro Io mi chiamo Giordi…
Io mi chiamo Giordi è il mio primo libro edito ed è un progetto scaturito dalla mia mente ma coltivato e cresciuto grazie anche ad altre persone. La storia di Giordi, un bambino con la sindrome di Asperger che si racconta in un tema scolastico e che in seguito, dopo varie vicissitudini, conquista un Decalogo di regole per affrontare quella che lui chiama ‘la guerra di tutti i giorni’, è stato portato avanti da me con l’ausilio e il supporto della dottoressa Mireya Moyano, psicoterapeuta che lavora soprattutto con persone Asperger, e del dottor Leonardo Zoccante, neuropsichiatra molto esperto in questo settore. Poi c’è stato il grande aiuto di Toti Naspri e di Emanuele Delmiglio, grazie a loro ho pubblicato il libro con la Casa Editrice Delmiglio, e di Giovanni Marcolini, presidente del Gruppo Asperger Veneto, che assieme alla mia famiglia e ai miei amici mi hanno aiutato a diffondere il libro. Posso quindi dire che se adesso la storia di Giordi sta raggiungendo molte persone il merito non è certo solo mio, ma posso anche dire che Giordi è senz’altro la migliore rappresentazione del mio modo di essere, della mia interiorità e della mia visione del mondo; Giordi è Alice, solo che ha un altro nome.
Cosa ti proponi di comunicare con questo libro?
Con questo libro voglio far conoscere la sindrome di Asperger a quelle persone che guardano le persone Asperger e le etichettano all’istante come strambe, bizzarre, e perfino sgradevoli, maleducate, non degne di amicizia. Voglio far conoscere tutti i lati belli della sindrome di Asperger e tutto quello che le persone Asperger possono offrire al mondo, ma voglio anche dare a chi lo legge delle direttive per aiutare le persone Asperger a portare allo scoperto il loro potenziale spesso così grande: a volte noi persone Asperger non siamo in grado di farlo da soli, il mondo ci fa troppa paura”.
Ediemme