L’abbraccio. Così si chiama il menù presentato da Tracy Eboigbodin alla finale della 11ª edizione di Masterchef Italia; un nome che apparentemente poco ha a che fare coi fornelli, ma che racconta tutto dell’anima della giovane italo-nigeriana, la cui idea di cucina si sintetizza in un indissolubile abbraccio tra la cultura italiana e quella africana.
Nel descrivere la scelta dei quattro piatti protagonisti del suo menù, Tracy ha definito l’abbraccio come un «simbolo dell’unione di due elementi diversi, distanti, a volte remoti…», così come remoto è il paesino nigeriano in cui è nata, cresciuta e che poi ha lasciato per raggiungere la «sua Verona»: «Sono arrivata a Verona a marzo del 2006», ci dice raccontando la sua storia. Adesso vive a Oppeano, nel veronese, dove ha trovato la sua dimensione. «Sono passati 16 anni da quando vivo qui, e posso solo dire che Verona è una città meravigliosa, qui ho trovato tutto: casa, amore, lavoro».
Parlando di lavoro, la sua attività da cameriera l’ha fatta avvicinare sempre di più alla cucina, al luogo dove i piatti venivano partoriti, gli ingredienti rispettati, le ricette trasformate in prelibatezze. La sua curiosità e la voglia d’imparare le hanno così aperto una nuova visione sul cibo come esperienza «Prima di arrivare qui mangiavo per nutrirmi, per soddisfare un bisogno animale», ci confida con tono deciso, «qui ho scoperto che il cibo è anche molto altro e gustandolo ritroviamo il piacere di stare in compagnia».
Il rapporto con la cucina si consolida poi con la sua partecipazione a Masterchef, nei cui studi si dimostra da subito tenace e determinata, mentre la sua iniziale stoicità lascia ben presto spazio all’emotività: «Per la prima volta, mi sono sentita libera di essere me stessa» (ride); «si è vista una Tracy che piange, balla e parla molto. Ho capito che l’emotività non è una debolezza».
È stato infatti il suo temperamento, unito all’innegabile talento dimostrato a farla trionfare sugli altri concorrenti del talent culinario, che per lei ha messo in palio un premio di 100.000 euro, un corso di alta formazione presso il prestigioso istituto ALMA di Parma e la pubblicazione di un libro di ricette. Tracy lo ha intitolato Soul Kitchen, proprio perché, come ci ha raccontato, «non si mangia per nutrire il corpo, ma per nutrire l’anima»; un messaggio che lei sta continuando a diffondere anche attraverso un tour dedicato alla promozione del suo libro. E dopo il book tour? La nuova Masterchef italiana ha in serbo molti progetti: un home restaurant, viaggiare alla ricerca di nuovi prodotti e sperimentare il ruolo di cuoca a domicilio, senza mai dimenticare che gli ingrediente fondamentali restano impegno e curiosità. Questo il consiglio che Tracy dà agli aspiranti chef: «la strada richiede tanto sacrificio. Bisogna lavorare tanto per trasformare la passione in lavoro. Tenete duro, impegnatevi tanto e non date mai nulla per scontato!».
Martina Bazzanella