Un’impresa indimenticabile, senza precedenti. “E’ vero che il Verona aveva vinto lo scudetto, ma nessuna squadra veronese aveva mai vinto in Europa”, osserva spesso Giuseppe Vicenzi.
Era la sua Mash, lo squadrone che Andrea Fadini aveva costruito e coach Mazzon rifinito con passione. Ogni pedina al posto giusto, come un magico puzzle. “E pensare che dopo la gara di andata al Palasport, eravamo delusi” ricorda sempre Fadini. La Stella Rossa aveva vinto di 6 punti, “era dura pensare di andare a Belgrado e recuperarli”.
E invece, ecco l’impresa. La Mash vince di 9 punti, in un’autentica bolgia. Avanti di 3 nel primo tempo, sempre al comando, nervi saldi e mira perfetta. Iuzzolino con 18 punti è il miglior marcatore, ma è tutta la squadra che si esalta, trascinata da capitan Dalla Vecchia. “Ghè l’emo fata” urla in dialetto veronese il campione di casa nostra. Con lui esultano Brown e Keys, Bullara e Boni, Jerichow e Gnad. Ma esulta un’intera città che festeggia una squadra entrata nella leggenda dello sport veronese. Dove resterà per sempre.