E la protesta nella Lega di Salvini dilaga. Abbiamo scritto ieri del malcontento che ribolle tra i militanti della del Veneto a fronte di risultati che non arrivano sul territorio e neppure nelle urne. I militanti sono sempre più convinti che lo stesso leader Salvini abbia abbandonato Luca Zaia al suo destino e che il terzo mandato non si vedrà mai per il governatore.
Un malcontento che ieri è esploso sul “suolo sacro di Pontida”, come lo chiamava Bossi, il pratone delle adunate del Carroccio. Qui è comparso uno striscione contro Salvini “Da indipendenza a sudditanza, congresso subito”.
E allegato un comunicato stampa. Eccolo.
“Siamo un gruppo numeroso di persone iscritte alla Lega, militanti stanchi di essere vessati”.
“L’azione che abbiamo portato avanti a Pontida” spiegano questi militanti che vogliono che Salvini renda conto dei suoi insuccessi, “vuole risvegliare le coscienze dei militanti leghisti, andremo avanti con molte altre azioni analoghe e sappiamo che ormai siamo la maggioranza a urlare che così questa Lega non va bene!”
Da tempo nella base del partito serpeggia il malcontento contro una leadership che perde voti (vedi la Sardegna), vuole candidare Vannacci (“non abbiamo nulla da spartire con lui’, dicono in coro i militanti), non arriva l’autonomia, il nord è sparito dai radar e si pensa a fare il Ponte sullo Stretto al sud.
“Il nostro partito non può più andare avanti così: manca una strategia e mancano delle proposte vere ma soprattutto un ideale”.
La richiesta è quella di un congresso vero.
“Questo succede quando si vuole annullare ogni forma di dibattito interno mandando avanti solo chi dice sempre «si padrone». Nella Lega si è creato un nuovo cerchio magico che fa solo gli interessi di pochi e non quelli del territorio e dei militanti, vera base popolare su cui la Lega si è sempre fondata. Nel nostro partito il dissenso interno viene messo ai margini, soffocato ed escluso ma la maggioranza siamo noi e il tempo per gli yes-man sarà presto finito”.
Per esempio, tanti militanti ormai stufi della Lega non si sono più tesserati ma se non sei iscritto non puoi partecipare al congresso, quindi alla fine i dissidenti restano fuori e partecipano solo i fedelissimi.
“Ora basta: Vogliamo tornare a essere un partito che ha veramente a cuore il territorio che in questi anni è stato maltrattato dalla classe dirigente. Congresso della Lega subito!”, dicono i militanti ribelli.
Che alla fine lanciano un appello.
“Lanciamo un appello ai militanti veri che credono ancora nella vera Lega: quando ci sarà il congresso portate una scopa, sarà un nuovo inizio per il nostro partito. Libertà!”
E la scopa, per chi ha memoria della Lega, richiama l’iniziativa di Roberto Maroni che voleva rilanciare la Lega spazzando via la vecchia guardia.