“Le vendite sono calate fino al 90%, al netto di tasse e accise guadagniamo 3 centesimi al litro che significa portare a casa 10 euro lordi al giorno: il sistema sta implodendo”. La denuncia è di Stefano De Beni presidente dei gestori di impianti di carburante di Figisc-Confcommercio Verona. “Il traffico veicolare è fortemente diminuito, si stima che nell’ultimo mese i distributori italiani abbiano erogato due miliardi di litri in meno. In soldoni, circa 3 miliardi di euro in meno, compreso tasse e imposte che vanno allo Stato. Non abbiamo soldi in cassa, non sappiamo come potremo acquistare ancora materia prima e riprendere l’attività. Prima di interrompere il servizio pubblico – aggiunge De Beni – vanno dati giusti aiuti e sostegni alla filiera”.
I fornitori petroliferi per venire incontro ai gestori avevano firmato un accordo per alleviare il peso economico. Ma per i gestori delle aree carburanti i costi fissi sono rimasti identici: pesano come un macigno le spese per il personale, le utenze e servizi.
Ad acuire la crisi anche la guerra dei prezzi, con il petrolio in picchiata e i carburanti in sensibile calo. Attualmente sono aperti l’80% circa dei distributori in Italia. Le scorte medie sono intorno ai 4mila litri per prodotto. “Ma non bastano per dare continuità al servizio – conclude De Beni – Se vengono meno non ci sarà il tempo, e nemmeno i soldi, per fare la fornitura e molti impianti chiuderanno. Servono interventi urgenti”.