Le prime dosi del vaccino dell’Università La sperimentazione del Grad-CoV2, in collaborazione con lo Spallanzani di Roma

Zaia Nocini Palazzo Giuliari ph.Udali Renzo

Nella cornice di Palazzo Giuliari, sede del Rettorato, il Magnifico Rettore dell’università di Verona, Pier Francesco Nocini, e il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, hanno illustrato gli aggiornamenti degli studi scientifici dell’ateneo veronese sul Covid-19. Presente anche il sindaco di Verona Federico Sboarina.
La sperimentazione
Già dall’inizio dell’epidemia l’università di Verona è in prima linea con studi e ricerche nei diversi ambiti, spaziando dalla diagnostica alla terapia fino ad arrivare alla recente collaborazione con lo Spallanzani di Roma per la sperimentazione sull’uomo di Grad-CoV2, il candidato vaccino italiano contro SARS-CoV-2, il virus che causa Covid-19. Il Centro ricerche cliniche dell’azienda ospedaliero universitaria integrata di Verona è stato, infatti, chiamato a dare il suo contributo sia nella definizione del protocollo di studio che nella realizzazione della fase clinica della ricerca. Il vaccino, realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera. ha superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta dal vaccino e il buon profilo di sicurezza, ottenendo successivamente l’approvazione della fase 1 della sperimentazione sull’uomo da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del Comitato Etico Nazionale per l’Emergenza Covid-19.
Il vaccino Grad-Cov2 utilizza la tecnologia del “vettore virale non-replicativo”, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il virus, legandosi ai recettori Ace2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus. Attraverso tecniche sofisticate questo virus, assolutamente innocuo per l’uomo, è stato modificato per azzerarne la capacità di replicazione; successivamente è stato inserito al suo interno il gene della proteina S del SARS-CoV-2, il principale bersaglio degli anticorpi prodotti dall’uomo quando il coronavirus penetra nell’organismo. Una volta iniettato nelle persone, questo virus modificato, o meglio la proteina S che trasporta, provocherà la risposta del sistema immunitario dell’organismo, ovvero la produzione di anticorpi in grado di proteggere dal virus SARS-CoV-2. Altri vaccini basati su vettori virali ricavati dai primati sono già stati valutati in trial clinici di fase 1 e 2 per candidati vaccini di altre malattie infettive, dimostrando di essere sicuri e di generare risposte immunitarie consistenti anche con una singola dose di vaccino. Le prime dosi vaccinali a Verona saranno somministrate dal 7 settembre. Una dimostrazione della bontà delle scelte fatte dalla Regione Veneto e dall’università di Verona che hanno sempre creduto nella necessità di centri dedicati alla ricerca clinica di fase
Progetto Sentinella
Prosegue il progetto “Sentinella” promosso dall’università, dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata e dal Comune di Verona che ha lo scopo principale di identificare precocemente la diffusione del virus SARS-CoV-2 nella popolazione di Verona, al fine di mettere in atto interventi efficaci di prevenzione per evitare una diffusione massiva nella popolazione.