Le Pen a Pontida la Lega si divide. Il raduno del Carroccio La presenza della leader francese dell’ultradestra voluta da Salvini per un’alleanza europea, provoca molti mal di pancia nella base leghista che pensa soprattutto all’autonomia del Veneto. Borchia: “Un successo”. Ma Tosi aspetta altri scontenti

Pontida il giorno dopo. Il raduno sul sacro pratone, come lo chiamava Bossi, ha avuto una ospite d’onore, Marin Le Pen, la pasionaria della ultradestra francese, che piace tanto a Salvini. Un’alleanza da leggere in chiave di alleanze europee anche se ai leghisti veneti interessa di più sicuramente l’autonomia, cavallo di battaglia che la premier Meloni come è risaputo tiene fermo fino a quando non avanza il premierato: centralismo contro autonomie. E non a caso è Zaia che fa srotolare ai suoi leghisti veneti l’eloquente striscione che il Leone di San Marco è incavolato nero. E incavolato lo è anche l’ex ministro Castelli che non rinnoverà più la tessera della Lega perché il Nord, dice è stato tradito. Ma prima dei mal di pancia, sentiamo le voci ufficiali. Per Paolo Borchia, eurodputato, segretario provinciale per Verona, il raduno di Pontida è andato benissimo. “E’ stata una giornata con tanto entusiasmo da Verona, volti nuovi e molti giovani, segno tangibile della volontà di coinvolgere energie nuove nel partito. È un peccato Pontida si tenga solo una volta l’anno”. Borchia ha voluto anche sottolineare la partecipazione veronese alla manifestazione leghista, visto che all’ombra del Carroccio gli scontenti che cambiano casacca non mancano nel Veronese e nel Veneto. “I numeri di pullman e iscritti alla manifestazione, in salita rispetto all’anno scorso, testimoniavano da giorni tanta voglia di Pontida da parte dei militanti veronesi”, puntualizza infatti Borchia. E per quanto riguarda l’agenda politica aggiunge: “Bene la concretezza di Matteo Salvini e dei ministri sui temi cruciali, dall’autonomia a stipendi, pensioni ed extraprofitti bancari”. E il significato della presenza della leader francese dell’ultradestra Marine Le Pene? “E’ stata eloquente l’ovazione della base per Marine Le Pen, molto lucida la lettura di entrambi i leader in merito in merito a problematiche e soluzioni sui temi europei: difesa dell’agroalimentare, auto elettriche, argomenti che stanno a cuore anche ai colleghi francesi del Rassemblement national”. Un’alleanza con la Lega è al centro delle strategie di Salvini per le Europee.

L’autonomia veneta e il centralismo “Le Pen con noi non c’entra nulla”

Spiega infatti il senatore leghista Paolo Tosato a fronte della domanda che molti leghisti della base si sono fatti: ma che c’entra la sovranista Le Pen con noi che vogliamo il federalismo? Che c’entra una di ultradestra con la Lega? “L’alleanza esiste da tempo. Da quasi 10 anni. È utile affinché dopo le prossime elezioni europee non ci sia ancora una volta l’alleanza tra popolari e socialisti con le sciagurate politiche sulla casa, sull’auto, sull’alimentazione e sull’immigrazione. Noi auspichiamo una nuova maggioranza tra popolari, conservatori e movimenti identitari per cambiare le cose. Insomma, taglia corto Paolo Tosato: “Un’autentica maggioranza di centrodestra”. Esulta pure il consigliere regionale della Lega Filippo Rigo: “Anche questa volta, il popolo della Lega e i sostenitori di Verona hanno risposto presenti. Moltissimi militanti, tanti amministratori e una decina almeno di sindaci dal veronese. Un dato significativo questo: non è mai semplice per un primo cittadino trovare tempo, tra mille appuntamenti istituzionali. Merito -dice Rigo – della organizzazione impeccabile della segreteria provinciale di Paolo Borchia, della voglia, dopo un anno di tornare al nostro raduno, delle parole di Salvini, che segna la linea, della carica del nostro Luca Zaia, fieramente veneto e che ricarica la battaglia sulla Autonomia, della gradita presenza di Marina Le Pen” E assicura che numeri alla mano, da Verona ci sono state molte più adesioni rispetto al 2022. La sfida per le prossime europee è iniziata”. Peccato che in vista delle Europee gli alleati della Lega, cioè Fratelli d’Italia con la Meloni che porta la Von der Leyen a Lampedusa e soprattutto Forza Italia con Tajani stiano lavorando su altri scenari che ruotano attorno al Partito popolare europeo e se non sarà una nuova maggioranza Ursula poco ci manca. Scenari complessi che stanno provocando profonde riflessioni nella base leghista, perché la decisione dell’ex ministro Castelli è solo uno dei segnali di quello che sta accadendo all’interno della pancia leghista che ha dovuto aspettare Zaia sul palco di Pontida per sentire parlare di autonomia. Per il resto, Ponte sullo Stretto, questione migranti, tasse ai banchieri e via di questo passo su temi nazionali più che locali. “Non sarò complice del tradimento del Nord. Da Salvini deriva meridionalista” è la sintesi di Castelli. Ma cosa c’entra la Le Pen a Pontida? “Zero. E’ stata portata solo per attirare gente”, risponde un leghista veronese di peso che ovviamente non vuole apparire con il nome. E un suo collega, pure lui un eletto di quelli che contano, risponde: “Cosa c’entra la Le Pen con noi? Bella domanda”. Una Lega di destra, che scavalca la Meloni che cerca sponde con Macron e la Francia mentre il suo alleato Salvini porta sul palco la Le Pen. Pure Giorgia sta per perdere la pazienza. “La Le Pen c’entra solo con Salvini, sono quasi uguali”, è il pensiero di Flavio Tosi che da coordinatore veneto di Forza Italia attende solo che i leghisti scontenti si presentino alla porta. Chi sarà il prossimo?