Altro record per l’export veronese: nei primi sei mesi dell’anno i prodotti e servizi scaligeri venduti all’estero hanno superato i 5 miliardi di euro, il 9% in più rispetto al primo semestre del 2016. Un dato sopra la media veneta dell’6,1% e ben oltre il 8% registrato dall’Italia. Il segreto del successo di Verona, che si conferma la decima provincia italiana per export, è la diversificazione dei mercati e dei settori. “Le quote dei mercati europei e americano, che rimangono sempre il riferimento dei prodotti scaligeri sono tutte in crescita. Segnalo – commenta Cesare Veneri, segretario generale della Camera di Commercio di Verona – l’incremento a due cifre, +19%, della Spagna a conferma che nonostante siano sempre Germania, Francia e Regno Unito i nostri sbocchi preferenziali, le imprese veronesi dimostrano una certa mobilità. Spalmano i rischi su più mercati, molto più di qualche anno. Le aziende, inoltre, guardano sempre più ad est. La Polonia cresce del 37%: è il nostro ottavo mercato. Il nono è diventato la Russia con una crescita delle merci esportate del 33%, nonostante l’embargo all’agroalimentare”. Curiosità, nonostante il rischio Paese, in Turchia si esporta il 13,2% in più rispetto al I semestre 2016: è il 17esimo mercato delle merci scaligere. Analizzando l’andamento per macrosettori: corre la meccanica con una crescita del 9,5%, superando di poco il miliardo di euro, il 20% dell’export complessivo. Rimane, però, sempre l’agroalimentare il settore di punta che pesa per il 26,1% sul totale delle merci in uscita.