Sfruttava lavoratori anche per 14 ore al giorno costringendoli a trasferte fino 750 chilometri usando mezzi vecchi e pericolosi. Per questo motivo un 56enne di origine marocchina con funzioni di caporale e intestatario di cinque società cooperative che agiva tra il Veneto e Ferrara è stato arrestato (ai domiciliari) dalla Guardia di finanza di Verona. L’uomo sfruttava suoi connazionali per lavori di pulizia di capannoni, facchinaggio ed altre attività faticose. Secondo le dichiarazioni rese dai lavoratori, corroborate dagli elementi raccolti nel corso delle attività d’indagine, gli stessi, trasferiti quotidianamente dalla provincia di Verona a quella di Ferrara, svolgevano lavori presso capannoni aziendali, principalmente nel settore dell’allevamento di pollame, con orari di oltre 14 ore giornaliere senza alcun riposo settimanale, talvolta effettuando doppio turno di lavoro. I finanzieri stanno tutt’ora indagando sulle società riconducibili all’uomo che avrebbero un giro d’affari di oltre 1,2 milioni di euro all’anno. Tutto si è svolto nell’ambito dei controlli svolti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, finalizzati al contrasto dello sfruttamento della illecita intermediazione di manodopera. A quel punto il sostituto procuratore Beatrice Zanotti ha proceduto nei confronti del “caporale”, nonché rappresentante legale, di 5 società cooperative operanti nel settore agricolo. Le indagini, svolte dagli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave hanno consentito di di scoprire che venivano utilizzati documenti intestati a immigrati regolari per ottenere la prescritta certificazione contributiva mentre, in realtà, venivano impiegati oggetti diversi, anche clandestini. Inoltre, l’indagato provvedeva ad individuare soluzioni alloggiative precarie a favore dei lavoratori irregolari che venivano sistemati, fino a 30 persone, in abitazioni di campagna fuori da occhi “indiscreti”. Al termine delle indagini, in relazione alla gravità della situazione rilevata, il pericolo di fuga, la disponibilità economica, l’inquinamento delle prove e la reiterazione del reato, è stata emessa, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, Raffaele Ferraro l’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari.Sono tuttora in corso controlli ispettivi da parte della Guardia di Finanza, a carattere tributario e contributivo, nei confronti di cinque società cooperative riconducibili all’arrestato che, complessivamente, vantano un volume d’affari di oltre un milione di euro.