Le bombe di Flavio Tosi. L’ex sindaco all’attacco “ Catullo, l’offerta voli è indecente’’. Rfi non prevede il collegamento con la città. “Tommasi? Non pervenuto’’. “Il “dopo Zaia’’? Dipende dal terzo mandato e da Arcore’’

FLAVIO TOSI POLITICO

Maurizio Battista

“Il piano voli di giornata all’aeroporto Catullo è una vergogna. Inaccettabile per una città importante come Verona”. E a proposito di aeroporto Catullo, “abbiamo avuto conferma da Rfi, che abbia audito in commissione infrastrutture della Camera che nel piano finanziario non è previsto alcun collegamento tra lo scalo aeroportuale e la città. Gli altri aeroporti delle città vicine o già ce l’hanno o è previsto. Per il Catullo, Rfi non prevede nulla, ne sono cetissimo”.

E allora quel protocollo sbandierato dall’assessore regionale De Berti con Rfi per il collegamento ferroviario Verona-Catullo? “Per ora, belle intenzioni. E siamo alla viglia del rinnovo del consiglio di amministrazione di un nuovo aumento di capitale per il Catullo con la prospettiva quasi sicura che Save di Enrico Marchi andrà in maggioranza assoluta. Riello della Camera di commercio e Mazzucco della Fondazione Cariverona stanno da mesi parlando con Marchi per i nuovi assetti”.

E il Comune? Appunto: i primi 10 mesi del sindaco Tommasi? “Non pervenuto”.

Eccolo qui, Flavio Tosi, parlamentare di Forza Italia, appena nominato coordinatore regionale del partito di Silvio Berlusconi che parla a ruota libera e sgancia alcune bombe sui punti più delicati della città. Già sindaco per dieci anni, ex segretario regionale della Lega, candidato sindaco contro Sboarina (Tommasi ringrazia) poi parlamentare per Forza Italia, vicepresidente della Commissione Infrastrutture Tosi vive una nuova stagione politica: quando ormai molti lo davano avviato sul viale del tramonto è riuscito a tornare in sella e a proporsi in un ruolo veneto molto delicato visto che presto ci saranno le Europee e poi le regionali. E in questa intervista alla Cronaca di Verona Tosi anticipa le prossime mosse venete e cittadine.

On. Tosi, dati per scontati i ringraziamenti a Berlusconi, Tajani e altri per questo nuovo incarico, quali sono i suoi obiettivi adesso? “Per chiunque abbia responsabilità di questo tipo gli obiettivi sono far crescere il radicamento sul territorio e il consenso: le due cose vanno di pari passo”.

La struttura di Forza Italia è poco radicata però… “Ma alle regionali del 2020 i candidati erano del territorio, lo stesso alle politiche del 2022: l’idea di Berlusconi va proprio in questo senso. Vale a dire che mentre gli altri partiti stanno diventando sempre più romani, Berlusconi fa l’operazione inversa, saggiamente, rafforzando l’ancoraggio territoriale”.

Coltivare il collegio elettorale invece dei capi romani? “Mah, a Roma faccio il mio dovere fino in fondo. Però sul territorio dalle categorie economiche e imprenditoriali fino ai sindaci, le richieste sono quelle di avere risposte operative, soluzioni ai problemi. la mia attività di parlamentari è principalmente questa. Ero sindaco della città, adesso faccio il sindaco del mio collegio: do risposte al territorio. In questo caso, adesso, al Veneto”.

Il centrodestra a Verona è spaccato, in Veneto riuscite a creare un centrodestra più omogeneo? “A Verona avevamo chiesto fin dal primo turno un accordo per andare tutti assieme, richiesta ribadita per il secondo turno ma è stato Sboarina in persona, non Fratelli d’Italia, a rifiutare. Ma adesso sia alle amministrative di primavera nel Veronese e quelle in Veneto, il tentativo è sempre quello di ricompattare il centrodestra se non al primo turno, almeno al secondo”.

Sviluppi nel centrodestra veronese? “Al di là di quanto accaduto nove, dieci mesi fa, bisogna lavorare per ricompattare perché arriveranno le elezioni provinciali visto che le Province torneranno quello che erano, poi ci sono le tornate elettorali europee e regionali”.

Questo nuovo incarico per lei che è stato anche segretario regionale della Lega significa un rilancio, un regolamento di conti, una rivincita, un premio? “Regolamento di conti no, perché con la grandissima parte della Lega e anche con Salvini. Se fosse stato per lui a Verona le cose sarebbero andate diversamente, poi ci fu qualcun altro a porre dei veti. Questa per me è l’opportunità di fare ciò che mi è sempre piaciuto: rivestire un ruolo di organizzatore. Ho sempre fatto questo e questo si aspetta da me Berlusconi”.

Cosa succederà dopo Zaia in Regione? “Innanzi tutto si deve capire che legge elettorale ci sarà in quel momento. Il problema di un possibile terzo mandato riguarda tanti governatori, non solo il Veneto, tutto discende da lì. Poi si vedrà il da farsi. Se verrà concesso il terzo mandato si ragionerà in un modo, se invece non verrà concesso si apriranno tutte le prospettive”.

Come coordinatore regionale di Forza Italia dovrà rapportarsi di più con Zaia, visto che siete anche in maggioranza: come sono i rapporti adesso con lui? “Certo, siamo una delle componenti della maggioranza in Veneto e ci sarà quindi una interlocuzione con il governatore e con i colleghi coordinatori di Fratelli d’Italia e Lega. Con Zaia ci siamo sempre capiti, siamo stati insieme in Lega tanti anni, è un pragmatico, non ci sono problemi a confrontarsi. Le questioni personali si lasciano indietro e si guarda alla prospettiva politica”.

Ma se si aprissero i giochi per la presidenza della Regione ci sarebbe anche Flavio Tosi in corsa no? “Io devo tutto al presidente Berlusconi e a Forza Italia e quindi qualsiasi decisione non potrà riguardare soltanto il Veneto perché nel 2025 ci sarà un accordo complessivo con gli alleati su tutte le Regioni, lo scacchiere generale verrà stabilito da Arcore. E si dovrà tener conto dei nuovi equilibri, da qui in avanti. Sarebbe da sciocchi per esempio pensare che Fratelli d’Italia non abbia un ruolo adeguato al peso che ha conquistato oggi rispetto alle precedenti regionali”.

Veniamo a Verona: Forza Italia come si rapporta con il sindaco Tommasi? “In modo pragmatico, liberale come è nell’anima di Forza Italia. Non siamo populisti né confusionari protestatari, ci si confronta tema per tema e se ci sono suggerimenti utili, li diamo”.

Che voto dai a Tommasi? “Non pervenuto. Ma senza offendere. Lui fino al giorno prima ha fatto tutt’altro e invece per fare il sindaco di Verona ci vuole esperienza amministrativa pregressa o fai tanta fatica”.

Che cosa si aspetta adesso da questa amministrazione comunale? “Guida una città che ha opportunità straordinarie con il Pnrr, c’è il tema delle infrastrutture dall’aeroporto alla 434, al Traforo alla variante della Statale 12. E bisognerà vedere che visione urbanistica di città ha questo sindaco. Il cantiere dell’ex Manifattura Tabacchi è fermo; sul Central Park non c’è chiarezza di vedute per il suo futuro. Il banco di prova immediato è il cantiere del filobus in circonvallazione, di grande impatto: lì si vedrà se e come il Comune sa gestire la città. In bocca al lupo, è una sfida enorme, sono molto preoccupato come cittadino che si muove tanto tra i quartieri. E quando arriverà il flusso turistico, sarà ancora peggio”.

La posizione di Forza Italia nei confronti di enti e aziende? “Su Agsm è difficile dare colpe a Tommasi. L’ad Quaglino è stato nominato da Sboarina e riceve le deleghe da Casali ex presidente. Il cda di Agsm ha detto più volte di sì a QuaToglino sull’operazione Compago, quindi mi pare abbastanza chiaro il quadro. Ci sono tante altre partite dove si misurerà la capacità del sindaco di incidere, per esempio sull’aeroporto Catullo. Riesce il sindaco a incidere su Marchi di Save per aumentare i voli da Verona? La situazione di oggi è inaccettabile, una vergogna rispetto a quello che ci ricordiamo e a quello che è il nostro bacino di attrazione. Tommasi dovrebbe parlare direttamente con Marchi, così come fanno Mazzucco e Riello”

Fondazione Arena… “Dilettanti allo sbaraglio. Poteva essere gestita meglio, non si è mai visto che un sindaco non esprima il suo sovrintendente. Il male minore era non perdere questa partita sul nome. L’inesperienza si è dimostrata platealmente. Se ci sono sette voti, devi sapere in anticipo come va a finire e adeguarti. Tommasi e i suoi sanno che a Roma e in Regione c’è il centrodestra, questo non vuol dire che sei condannato a subire, ma che ti devi confrontare. In dieci anni da sindaco ho avuto governi di tutti i tipi, parlo per esperienza”.

Tommasi deve aprire un tavolo e ragionare? “Sì, ma deve avere anche una presenza costante a Roma. Verona è una delle prime dieci città d’Italia, il suo sindaco deve essere a Roma quando serve”.

Il futuro del centrodestra a Roma: rapporti con Renzi? “Renzi ha dimostrato in occasione delle elezioni politiche di essere persona lucida e capace. Ha un suo gruppo di parlamentari, ha esperienza, è stato premier, di lui il centrodestra deve tener conto. Ci fosse stato Bonaccini alla guida del Pd poteva anche nascere un rapporto, ma con la Schlein credo che Renzi abbia ben poco da spartire”.

E quindi può essere un vostro interlocutore… “Alla Camera vedo questo panorama: su alcuni temi tra noi e i renziani si dicono e si votano le stesse cose”.