Il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta è intervenuto al Consiglio Generale di Confindustria Verona allargato ai Consigli della Piccola Industria e Giovani Imprenditori dell’Associazione.
L’incontro è stato aperto a tutti i rappresentanti delle Associazioni di categoria veronesi.
“È stato un momento corale in cui il mondo economico veronese si è potuto confrontare con il sottosegretario Baretta in un periodo difficile per le imprese ed il Paese – ha detto Michele Bauli – Esprimo tutto il mio apprezzamento per la disponibilità del Sottosegretario che ha dedicato il suo tempo per intervenire questa sera. A testimonianza della vicinanza delle istituzioni al territorio.
Abbiamo fatto presente al Sottosegretario la difficoltà che le aziende incontrano nel gestire dal punto di vista burocratico le comunicazioni alla Prefettura che ad ogni decreto sono sempre più numerose e diverse con un’amplificazione dell’incertezza, nonostante l’incessante lavoro prezioso della Prefettura. Ci siamo poi confrontati sul tema che ci sta più a cuore: la cosiddetta fase due.
Abbiamo espresso la nostra convinzione che le aziende siano luoghi sicuri. Una convinzione che nasce dai numeri come ha dichiarato lo Spisal che a fronte di 590 aziende controllate solo 4 sono risultati carenti nei sistemi di sicurezza. Dati che sommati a quelli della nostra recente indagine su un campione di oltre 350 aziende, che rappresentano più di 47 mila addetti, si sono riscontrati solo 42 casi di contagio, lo 0,09% della popolazione lavorativa. Tra questi, in 34 casi vi è stato un unico soggetto positivo, quindi si può ragionevolmente ritenere che il contagio sia avvenuto in contesto diverso da quello lavorativo.
Gli imprenditori sono in grado di prendersi cura e tutelare i propri lavoratori e le proprie aziende per questo con responsabilità e sempre con massimo rispetto per la salute, che è l’obiettivo primario, possiamo ragionevolmente programmare una fase 2 che auspichiamo parta il prima possibile.
Abbiamo letto oggi le stime del Fondo Monetario Internazionale che calcola che il lockdown costi ogni mese all’Europa il 3% del PIL con il prodotto interno lordo italiano dell’anno che potrebbe precipitare di oltre 9 punti! Dati che rischiano di lasciarci, dopo l’emergenza sanitaria, un altrettanto grave emergenza economica e lavorativa.