Le abilità sono un valore, e ogni individuo, indipendentemente dalle sue sfide, merita di godere pienamente di momenti normalizzanti di tempo libero, svago, sport, vacanza, cultura e lavoro. Le “proposte sociali” dell’omonima Associazione si innestano proprio su questa consapevolezza. Concepita quasi 40 anni fa, da un gruppo di giovani volontari, quest’associazione persegue una mission, ‘Le Abilità sono un Valore’, che riflette un forte impegno per la creazione positive relazioni sociali. Operando principalmente nella Provincia di Verona, l’associazione promuove un approccio all’inclusione che va oltre le parole. Piero Gruppillo, Legale Rappresentante di Associazione Proposte Sociali, ci racconta la nascita e l’evoluzione di questa realtà del terzo settore.
Come è nata la vostra realtà?
Associazione Proposte Sociali nasce nel 1985 da un gruppo di giovani volontari motivati e determinati nell’offrire a persone con disabilità e fragilità momenti normalizzanti di tempo libero, svago, sport, vacanza, cultura, lavoro. L’associazione iscritta al RUNTS fa parte del gruppo di Fondazione Historie. Il lavoro in rete con realtà pubbliche e private ha sempre rappresentato un metodo fondamentale per costruire progetti innovativi e dal forte impatto sociale e culturale.
Qual è la Mission dell’associazione?
La Mission dell’associazione è “Le Abilità sono un Valore”, un principio che si declina in positive relazioni sociali, un impegno che sia di appagamento, un luogo dove trovare amici. Ognuno di noi ha delle abilità che devono essere valorizzate e potenziate. Per questo offrire contesti normalizzanti per sperimentarsi nei laboratori artigianali, nei progetti di tempo libero, nei progetti per l’inclusione sociale, sono utili a valorizzare le abilità e potenzialità di ognuno, riconoscendole come risorse.
Su quale territorio operate?
Associazione Proposte Sociali lavora su gran parte del territorio della Provincia di Verona con diversi progetti dedicati all’area della disabilità e dell’anziano con demenza cognitiva. L’associazione nasce nel territorio di Villafranca di Verona, dove ha la sede centrale e nel Comune di Valeggio sul Mincio. Ha diversi servizi rivolti alla persona con Alzheimer e Parkinson nei Comuni di Villafranca, Povegliano Veronese, Vigasio, Mozzecane, San Bonifacio.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
Vogliamo parlarvi del progetto “Sai che c’è? – Reti del tempo libero”. Un progetto, costruito in rete con diverse realtà, dedicato a persone con fragilità per offrire un ventaglio di attività dedicate al tempo libero. Si avvierà un corso di robotica e domotica a Villafranca di Verona e Valeggio sul Mincio a cura dell’Associazione di Promozione Sociale Fab Lab, un corso sull’utilizzo consapevole dello smartphone per la creazione di contenuti multimediali (foto e video) a cura dell’associazione culturale Ineditamente di Povegliano, un corso a cura del Gruppo Giovani Povegliano per imparare i rudimenti della guida turistica e riscoprire il territorio, un corso di produzione musicale digitale e corsi di avvicinamento allo sport con L’ASD Phoenix baseball di Mozzecane. Tutti i corsi sono gratuiti e aperti a tutta la popolazione. Per incentivare e favorire l’inclusione sociale il progetto prevedere supporto e sostegno alle persone con fragilità, grazie alla presenza di un educatore specializzato in dinamiche inclusive. Il Progetto gode di un contributo del Ministero delle politiche Sociali e del Lavoro e della Regione Veneto. Terminerà ad agosto 2024. (st)
Va ribaltato lo schema dell’assistenza
Il primo social eating è stato realizzato nel 2015. Negli spazi di forte valore culturale
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Vogliamo condividere con voi un progetto sociale innovativo, moderno e “buono”. Buono proprio perché parliamo del “Social Eating”. Il fenomeno del social eating è nato in Gran Bretagna qualche anno fa, attraverso le prime esperienze dei “secret restaurant”, cioè persone che organizzavano a casa propria una cena “aperta” e invitavano anche sconosciuti a parteciparvi. Nel social eating gli invitati, in genere, sono persone che non si conoscono tra loro, ma che vedono in questa cena l’occasione per gustare un buon piatto e, nel contempo, per ampliare il giro delle conoscenze. Adattando questa idea alla nostra realtà sono state create due brigate, una di cucina e una di sala, formate da persone con disabilità che quotidianamente frequentano i nostri servizi. I due gruppi di lavoro hanno affrontato un importante percorso di formazione “professionalizzante” per poter essere in grado di gestire al meglio gli eventi.
Quando è stato realizzato il primo Social Eating?
Il primo Social Eating è stato realizzato nel 2015, anno in cui in Italia si svolgeva l’EXPO a Milano, manifestazione universale, in quell’anno incentrata sul tema dell’alimentazione. Quale migliore occasione per cavalcare l’onda dell’importanza della sana alimentazione, della cultura, della socialità e dell’educazione anche attraverso il cibo? Così, già nel primo anno, gli eventi del Social Eating sono stati un successo straordinario, realizzando nel solo 2015, 6 eventi rivolti a famiglie, territorio, istituzioni, aziende, enti pubblici e privati. Eventi realizzati presso gli spazi delle nostre strutture ma anche presso luoghi dal forte valore culturale e sociale del territorio come, Villa Balladoro a Povegliano Veronese, il Museo Nicolis a Villafranca di Verona, presso il parco del Mincio a Borghetto – Valeggio sul Mincio, in occasione di convegni e manifestazioni di varie realtà. Con il tempo anche l’organizzazione del Social Eating si è evoluta, lavorando per migliorare la qualità del servizio offerto alle persone invitate agli eventi. Questo grazie ad una sempre attenta, strutturata e precisa formazione delle due brigate. Il Social Eating ha voluto ribaltare lo schema di assistenza, in cui non è più la persona con disabilità, ad essere assistita e servita, ma è proprio quest’ultima che aiuta, assiste e serve le altre persone con la preparazione e il servizio del cibo. Un importante passo in avanti per una cultura diversa sulla disabilità fatta non soltanto di parole ma di fatti concreti, visibili, fatta di esempi. Tutto questo è stato e lo è ancora il Social Eating di Proposte Sociali, progetto all’avanguardia che ha aperto la strada nella Provincia di Verona a progetti analoghi.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
Semplicemente e senza tanti giri di parole, per supportare i nostri progetti abbiamo bisogno principalmente di volontari e di donazioni. I volontari sono la risorsa più importante e preziosissima che valorizza tutta la nostra attività. Le donazioni, anche economiche, permettono il finanziamento e il supporto di tutta quella parte progettuale e di supporto alla persona per permettergli di crescere ed evolvere. Per trovare tutto ciò, Associazione Proposte Sociali mette in atto diversi progetti di fundraising e fundpepole.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
L’augurio è di continuare a lavorare sempre con la stessa motivazione, passione, innovazione che ci ha contraddistinto in questi anni. La voglia di rispondere adeguatamente ai bisogni della persona, del territorio, della società è quello che vuole essere il nostro modo di operare futuro.
Stefania Tessari
(puntata numero 19)