“Serve una svolta culturale politica e sociale, affinché il modello di sviluppo economico territoriale sia fondato sul principio che un’azienda sicura è più produttiva e competitività, e che non si debba scegliere fra vita e reddito, fra salute e lavoro, fra sicurezza e sopravvivenza”. E’ l’appello del segretario generale Cisl Verona Giampaolo Veghini.
Verona continua a guidare la classifica delle morti sul lavoro, sempre in settori tristemente noti per tragedie di questo tipo: agricoltura ed edilizia. Dopo l’incidente mortale avvenuto oggi a Brenzone sono 11 i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno.
“Nonostante gli interventi del Governo nel dicembre scorso dove si individuava nei “preposti” quali figure obbligatorie con il potere di interrompere l’attività lavorativa in caso di pericoli, nulla pare accadere’’, ha aggiunto Veghini.
Se a questo aggiungiamo che quotidianamente 70 veronesi al giorno rimangono infortunati (dati INAIL gennaio-aprile) è un costo sociale senza precedenti. “La ripresa economica-ha sottolineato Veghini- sta avvenendo sulla pelle delle persone, giovani e meno giovani che ignorano i rischi a cui vanno incontro in cantieri, officine, sui trattori…’’.
L’archivio nazionale dei veicoli ci dice che in Italia circolano 668.000 trattori privi di strutture di protezione in caso di capovolgimento; 1.240.000 esemplari privi di cinture di sicurezza. In Veneto al 2019 risultavano circolanti 6621 trattori immatricolati prima del 1983.
Oggi assistiamo ad un’ “escalation” senza precedenti; secondo CISL le morti su lavoro si combattono in più modi, inasprendo i controlli: oggi SPISAL Verona è ai minimi termini con il personale e l’Ispettorato del Lavoro (che da dicembre ha competenza su Salute e Sicurezza in tutti i settori) non ha ancora gli ispettori tecnici per effettuare i controlli. Dall’altra parte va fatta una stretta sulla formazione: solo gli organismi paritetici provinciali e regionali devono diventare fornitori di sicurezza certificata, non agenzie che vendono formazione a volte nemmeno erogata. Secondo il segretario generale Cisl “va poi prevista meno aula e più pratica’’.
In meno di 24 ore sono state sei le vittime sul lavoro in Italia, una strage continua che non possiamo accettare. “Urgono, in tal senso, interventi immediati al fine di impedire simili tragedie. Pertanto, chiediamo al Ministro del Lavoro Orlando e al Presidente Draghi di adottare quanto prima un piano nazionale per rafforzare le misure in materia di sicurezza sul lavoro, intensificare i controlli e la formazione. Con la manifestazione nazionale ‘Lavorare per vivere’, l’UGL ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo sul tragico fenomeno delle cosiddette morti bianche”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito agli incidenti sul lavoro in cui hanno perso la vita sei operai in Italia nelle ultime 24 ore. Morire a 26 anni come è successo a Verona è di per sè una tragedia, morire lavorando è ancora più grave. “Crescita economica e sviluppo produttivo- ha concluso Matteo Merlin, segretario generale Fai Cisl Verona- non devono andare di pari passo con l’aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro’’.