L’asta pubblica per la cessione di quote di VeronaMercato è andata deserta. Alla fine, sull’alienazione del 24% di Veronamercato, società valutata oltre 40 milioni di euro, ha dimostrato interesse solo il Consorzio ZAI.
Per Federico Benini, consigliere comunale del Pd, so è ripetuto il solito schema: lo scambio tra società partecipate dallo stesso socio di pacchetti azionari al solo scopo di fare cassa e non sulla base di una strategia industriale.
Veronamercato, lo ricordiamo, che ha un valore di produzione 2021 pari a 7 milioni circa e un patrimonio netto pari a 35 milioni circa, è una società che, normalmente non produce utili. Infatti, nel 2020 ha avuto un utile di 179.000 euro, nel 2021 un utile netto di 246.521 euro e cifre simili sono previste anche per i prossimi anni.
Sulla base di questi numeri e considerata la base d’asta di circa 10 milioni di euro, fa notare il senatore Vincenzo D’Arienzo, il rendimento dell’investimento sarebbe stato molto al di sotto dell’attuale livello dell’inflazione e di qualsiasi altro investimento. Peraltro, lo Statuto di VeronaMercato consente solo la distribuzione del 5% dell’utile annuo, cioè, nulla.
“Per fortuna l’operazione è fallita (e anche miseramente) perché non ha retto alla prova del voto nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio ZAI. Infatti, la proposta (sollecitata) è stata ritirata prima’’, ha detto Federico Benini, “è stata sconfitta la scelta politica di fare cassa con i soldi di una partecipata che sarebbe stata economicamente dispendiosa, strategicamente inutile e finanziariamente inaccettabile’’.