L’arte va alla ricerca del tempo perduto Arriva Artiver, una nuova rete pubblico-privata per promuovere le rassegne contemporanee. La giunta approva lo schema di protocollo. Tra gli obiettivi l’impegno per riportare le mostre a Palazzo Forti. Il progetto ideato dal consigliere Battaggia

di Andrea Bertozzi

L’arte vuole recuperare il tempo perduto. E si tratta di risalire una china di diversi anni. Per esempio da quando a Palazzo Forti sono state allestite le ultime mostre di Botero e Tamara De Lempicka o Caroto in Gran Guardia. Si tratta di ricostruire le premesse per dar vita a iniziative culturali che rendano Verona città attrattiva non solo per il turismo ma anche per gli artisti internazionali, i mecenati, i festival e così via. Per questo la Giunta ha dato il via libera al progetto Artiver fortemente voluto dal consigliere comunale Alberto Battaggia, ideatore del progetto, capogruppo della lista Damiano Tommasi sindaco e presidente della commissione Cultura e dall’assessore di riferimento Marta Ugolini. Di cosa si tratta? Nasce di fatto una rete coordinata dal Comune che raggruppa attorno al tavolo tutti i soggetti che hanno già aderito alla manifestazione d’interesse lanciata da Palazzo Barbieri nei mesi scorsi nel mondo culturale: galleristi, collezionisti, Veronafiere, Accademie e istituzioni culturali. Una associazione riunisce 8 galleristi per l’arte contemporanea; un’altra ha messo assieme una decina di collezionisti lombardi e veneti (presieduta da Marco de Iorio); hanno aderito poi appunto Archivio Tommasoli, Artena – Mauro De Iorio, Accademia delle Belle Arti, In Habitat APS, Macchine Celibi, Contemporanea Verona, URBS PICTA, Veronafiere, Verona 83, Accademia Cignaroli Scuola Brenzoni. La Giunta questa mattina ha approvato lo schema del protocollo che sarà sottoposto a tutti questi soggetti che hanno aderito alla manifestazione d’interesse con lo scopo non solo di promuovere iniziative culturali coordinate ma anche di recuperare luoghi come Palazzo Forti, il silos della Santa Marta e altri luoghi di rigenerazione urbana che possono avere nuova vita grazie all’arte. Il protocollo regolerà i rapporti tra i soggetti promotori e verrà sottoscritto prima di Natale; nascerà un comitato direttivo guidato dal Comune. “Il progetto Artiver -hanno spiegato Ugolini e Battaggia- punta a strutturare in città un vero e proprio ecosistema dell’arte contemporanea, promuovendo stabilmente iniziative che prevedano la collaborazione tra il Comune e tutti gli attori pubblici e privati interessati”.

Palazzo Forti al centro del circuito. Si punta a farlo diventare la sede di attività espositive e culturali promosse dal Comune

La Rete ha funzione consultiva e propositiva in collaborazione con il Comune di Verona, al fine di organizzare attività culturali e artistiche contemporanee a beneficio dei cittadini e dei visitatori del territorio veronese. Vi aderiscono ovviamente i musei civici della direttrice Francesca Rossi e la Gam della direttrice Patrizia Nuzzo. “Nel breve periodo puntiamo all’ideazione e alla realizzazione di attività espositive attraverso una programmazione pluriennale – spiega l’assessora Marta Ugolini – e l’incentivazione e la progettazione di attività formative ed espressive a favore dei cittadini di tutte le età. Nel medio periodo, invece, la volontà è quella di costruire un Centro di cultura ed arte contemporanee in un’area cittadina, anche in un’ottica di rigenerazione urbana”. Sempre da protocollo di intesa la Rete Artiver deve prevedere l’istituzione di un comitato direttivo composto da assessore alla Cultura o suo delegato, che lo presiede; direttore dei Musei Civici – Curatore della Galleria di Arte Moderna Achille Forti; un rappresentante di ogni soggetto aderente diverso dal Comune di Verona. Fra gli obiettivi: riportare le mostre a Palazzo Forti ed individuare nuovi spazi espositivi in città. Nella direzione di un rafforzamento del circuito espositivo vi è anche la possibilità di tornare a fruire nuovamente di Palazzo Forti come sede di attività espositive e culturali promosse dal Comune, con una soluzione attuata in accordo con la proprietà di Fondazione Cariverona. Ancora, l’apertura di nuovi spazi espositivi come, ad esempio, il Silos di Levante a Santa Marta, e iniziative di rigenerazione urbana di spazi degradati attraverso attività culturali. Tali spazi potranno essere dedicati all’arte contemporanea, sulla base di progetti condivisi di gestione economico-culturale che coinvolgano adeguate risorse materiali e professionali pubbliche e private. “Una città internazionale come la nostra – spiega il consigliere Alberto Battaggia – ha bisogno di rivitalizzare il suo rapporto con la cultura e l’arte contemporanee. ArtiVer nasce per questo, contando sulle notevolissime risorse intellettuali, professionali, commerciali esistenti grazie a collezionisti, galleristi, accademie, fiera, associazioni culturali. Un tessuto fitto di protagonismi che il Comune intende, da una parte, valorizzare, e, dall’altra, utilizzare per grandi progettualità condivise. Un primo obiettivo è il rilancio delle attività culturali ed espositive a Palazzo Forti. Nel medio periodo, questa rete composta da specialisti del pubblico e del privato ci consentirà di accedere a bandi nazionali ed internazionali con l’elaborazione di progetti di rigenerazione urbana”. Insomma, un motore per restituire a Verona un ruolo nell’arte contemporanea, uscendo dalla logica delle mostre a pacchetto usa e getta. E se son rose…. MB