Bozza (Fare Verona), Benini e La Paglia (Pd), all’attacco: “Telenovela alla Beatiful”
“Sboarina sul Filobus cerca di distogliere la responsabilità politica di una gestione a dir poco disastrosa della sua amministrazione facendo ciò che gli riesce meglio, dare la colpa a qualcun’altro della sua inadeguatezza politica”, è il parere del consigliere di Fare Verona, Bozza, ex assessore.
“Sì perché Sboarina dice che il Filobus nasce dalla precedente amministrazione dimenticando che invece trattasi di una soluzione molto migliorativa rispetto alla madre dei progetti e cioè la Tranvia, risalente a vent’anni fa e approvata dal sindaco Zanotto. Dimentica anche di raccontare che AMT ha fatto predisporre e approvare un progetto presunto “esecutivo”, ha stabilito i tempi con un cronoprogramma irrealizzabile ed ha ordinato i mezzi. Pensa davvero che addurre come unica motivazione dei ritardi di oggi dei lavori, tali da far ripensare all’opera, sia da attribuire solo al Covid? Perché, mentre qualche suo collega di giunta durante il Covid procedeva alle asfaltare in qualche via della città, i cantieri del filobus erano deserti, eppure non era vietato lavorarci”, prosegue Bozza.
“Dai suvvia, siamo seri: ora è colpa di Tosi e del Covid, dopo aver lasciato per tre anni proseguire i lavori a singhiozzo dei cantieri sparsi per la città con tempi lunghissimi e disagi infiniti oltrechè provocando danni a commercianti e cittadini. Domani sarà colpa del ministro di turno o della fata turchina.
Barini in ogni sede garantiva che tutto procedeva secondo le tempistiche e senza intoppi, fino a qualche settimana fa. E oggi si scopre che non è vero? Sembra una telenovela alla Beautiful.
Molto chiara anche la posizione del Pd, espressa dai consiglieri Benini e La Paglia. “Si può sopportare tutto ma non la plateale presa in giro dei cittadini. La crisi da coronavirus non ha niente a che vedere con la ridefinizione del progetto del filobus, altrimenti avremmo notizia di cantieri fermi anche per la metropolitana di Milano, che invece ha ripreso i lavori già a maggio, per la Tav e per tutte le altre opere pubbliche trasportistiche.
Non facciamo ridere e non facciamoci ridere dietro. Invitiamo il Sindaco a confrontarsi in commissione consiliare sulle modifiche al progetto che sono auspicabili oggi come lo erano sei mesi fa.” dicono i consiglieri del Pd.
“Con un po’ di coraggio e di umiltà, si potevano forse risparmiare alla città altri sei mesi di agonia fatti di cantieri infiniti e di centinaia di alberi tagliati per far spazio al grande cantiere per l’unificazione dei sottopassi su cui oggi il Sindaco fa retromarcia.
Vogliamo un confronto con Amt. E’ ridicolo che il presidente Barini affermi che tutto sta procedendo per il verso migliore quando il Sindaco afferma l’esatto contrario e vuole bloccare tutto e rivedere l’intero progetto. Se l’autobus senza fili è una soluzione praticabile, che ne sarà dell’installazione dei plinti già avviata? Che ne sarà dei cantieri aperti da anni a San Michele, allo Stadio in Borgo Roma e Borgo Venezia? I cittadini sono arrabbiati, il Sindaco per una volta vuole assumersi la responsabilità delle proprie scelte?”. Così concludono il loro intervnto Benini ed Elisa La Paglia.
“Adesso basta con le scuse. E’ tempo di progetti seri”
Il movimento civico Traguardi sullo stop al Filobus: «Ci sono interventi che vanno completati e che possono essere ripensati in chiave diversa. Non ci sono più scuse, non perdiamo questa grande occasione per ridisegnare i grandi spazi urbani cittadini rivoluzionando la mobilità pubblica»
«Gli interventi avviati per la realizzazione del Filobus devono essere conclusi, lasciare i cantieri a metà rischia di fare ancora più danni – spiega Giacomo Cona, segretario di Traguardi – crediamo che, a partire dal collegamento dei sottopassaggi della circonvallazione, ci siano opere che devono essere portate a termine, cogliendo l’occasione per ridisegnare mobilità e spazi urbani. Con la realizzazione di un sottopassaggio unico per il traffico delle auto tra Porta Palio e Porta Nuova, si libererebbe uno spazio enorme tra la cinta delle mura magistrali e la stazione ferroviaria, quest’area potrebbe essere riempita da una grande cintura verde. Un grande spazio ciclopedonale che ridisegnerebbe il volto della città, dove solo i mezzi pubblici potrebbero transitare, e che costituirebbe un pregevole biglietto da visita per chi arriva a Verona in treno, colmando un vuoto urbano che non è più sostenibile. Un esempio concreto è quanto realizzato a Madrid, dove con l’interramento di un’arteria della circonvallazione cittadina è stato possibile realizzare il “Madrid Rio”, un nuovo grande parco urbano con tanto di corso d’acqua che ha riqualificato una parte della città».
«La soluzione degli autobus elettrici proposta dal Sindaco sembra l’ennesima idea senza capo né coda – aggiunge Tommaso Ferrari – perché non si tratterebbe assolutamente di un intervento risolutivo per la viabilità, e perché sarebbe molto difficile collocare nella città storica le stazioni di ricarica. Ben vengano i mezzi ecologici, ma attenzione agli specchietti per le allodole: Verona non ha bisogno di fare “greenwashing”, ma di interventi strutturali ed innovativi, con effetti duraturi a lungo termine che possano essere veramente risolutivi rendendo il trasporto pubblico più efficiente, comodo e conveniente rispetto all’auto privata, spezzando la morsa di traffico e inquinamento che attanaglia la città. Basta idee spot, è tempo di progetti seri”.
“Si sapeva che era un progetto vecchio”
«Che il progetto del filobus fosse pieno di difetti, a partire dalla vetustà di un’opera progettata quindici anni fa, non l’abbiamo certo scoperto grazie al Covid – sostiene Beatrice Verzè, consigliera di Traguardi in Quinta Circoscrizione – ma nonostante le insistenze nostre e di molti altri in città, l’amministrazione ha voluto procedere coi cantieri, salvo poi pentirsene. È inaccettabile, una presa in giro per i cittadini che hanno subito per mesi disagi causati da cantieri ora rivelatisi inutili, e per tutti coloro che invocano a Verona interventi strutturali nel trasporto pubblico»
«La domanda, legittima, a cui noi rappresentanti di circoscrizione dobbiamo rispondere ora è “a cosa è servito aver bloccato per mesi la città se poi l’opera non si fa?” – spiega Caterina Bortolaso, consigliera in Seconda Circoscrizione – e in effetti è impossibile dare una risposta sensata. È assurdo aver mandato a monte un progetto, per quanto difettoso, dopo aver ribaltato la città”