“E LUCEVAN LE STELLE. L’Arena di Verona raccontata dai protagonisti”, edito da Gabrielli e scritto dal giornalista Claudio Capitini, narra la storia del Festival lirico areniano degli ultimi 40 anni attraverso la voce e la testimonianza dei protagonisti che quella storia hanno reso unica e irripetibile. La formula adottata è quella del “ritratto-intervista”, già sperimentata con successo nella pubblicazione LE VOCI DEL TEATRO edito da Marsilio. Di questo si è parlato giovedì pomeriggio alla Libreria Feltrinelli presenti con l’autore, Nicola Guerrini, Andrea De Manincor e Sabrina Modenini. Ma soprattutto alla presentazione è intervenuto Renzo Giacchieri, sovrintendente negli anni d’oro dell’Arena. Come ha ricordato Capitini, quella dell’ex sovrintendente è stata una delle tante voci profetiche e inascoltate. E così al di là dei ricordi e della nostalgia è stata l’occasione per mettere neppure tanto bonariamente il dito nella piaga di un ente che sta faticosamente cercando di uscire dalla crisi che lo ha attanagliato negli ultimi anni. E’ di questi giorni l’approvazione del conto consuntivo presentato dal commissario straordinario Carlo Fuortes e dall’attuale sovrintendente Giuliano Polo, cha fa intravedere finalmente un po’ di luce. E allora anche il lavoro di Capitini serve a rimettere a posto tante caselle. Sono ben 80 le interviste, selezionate tra più di duecento, nomi memorabili, dato che l’Arena (e il Teatro Filarmonico) proposero in quegli anni storiche messe in scena e produzioni di eccellenza che, attraverso le voci dei protagonisti, riaccendono su di sé i riflettori. Accanto ai miti e ai sempiterni, in comunione tra loro, anche i talenti dell’oggi trovano ospitalità e si raccontano. “Ho avuto il privilegio – dichiara Claudio Capitini – di avvicinare da giornalista ognuno di quei grandi con interviste personalizzate per la pagina Spettacoli del quotidiano L’Arena. Ebbi allora l’opportunità di discutere con quei protagonisti di regia, arte scenica e interpretazione, così in pratica documentando la storia del Festival areniano e insieme dipingendo atmosfere, personalità e mondo interiore dei singoli protagonisti”. Il volume propone un tuttotondo fascinoso, offrendo dell’artista e dello spettacolo messo in scena, senza pudori, con garbo e curiosità intellettuale, anche il dietro le quinte e il “si è di scena”. Il loro insieme si trasforma in un fondamentale strumento per capire come si pensasse e producesse il teatro d’opera in anni gloriosi e nei nostri anni, di crisi e si spera di resurrezione.