“L’area gialla, che non è verde, come i semafori, dura poco, e poi c’è l’arancione, e po il rosso. E, non è un gioco a premi”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato la classificazione della regione in fascia gialla, quella con criticità moderata. “Quindi”, ha proseguito, “partiamo da un buon punto, cerchiamo di non guadagnarci l’area rossa che prevede restrizioni dure, perché non si esce più dai territori comunali e regionali, si chiudono i bar e i ristoranti. Si va al lockdown, e noi non vogliamo restare chiusi in casa”. Il governatore ha spiegato che se ci sarà la necessità la regione applicherà dei “micro lockdown in aree limitate”. Zaia ha sottolineato che “la situazione è di allerta, critica, anche perché non sappiamo che evoluzione avrà l’epidemia: il nostro modello matematico ci dice che a metà novembre si raggiungerà il picco. Il modello ci dice che si arriverà quindi intorno alle 300 terapie intensive occupate all’apice della curva, che poi, secondo le previsioni dovrebbe scendere. Noi abbiamo allestito mille terapie intensive ma, oltre ai posti delle terapie intensive c’è un problema di personale”. E ancora, Zaia: “La sanità funziona, ma ogni malato Covid toglie un posto a un malato ordinario e la crescita dei pazienti Covid porta alla sospensione di attività ordinarie, di day hospital, di interventi chirurgici programmati. Dietro il rinvio di un intervento chirurgico c’è una tragedia”. Quindi il governatore ha tenuto ribadire con forza: “Rispettiamo tutti le regole con l’utilizzo della mascherina, sempre, rispettiamo i distanziamento sociali ed evitiamo gli assembramenti”. Questione tamponi allargati. “Ho visto che alcuni veterinari hanno sollevato un problema, ma noi il tavolo con i rappresentanti dei veterinari lo apriamo. L’incontro lo faremo coinvolgendo anche odontoiatri e farmacisti. Mi sembra strano che emergano preoccupazioni, perché da parte mia non c’è nessuna obbligatorietà, nessuna contrapposizione, ma dico solo che siamo in emergenza e servono misure d’emergenza”. In mattinata conferenza stampa anche del sindaco di Verona, Federico Sboarina, il quale è andato giù diretto: “Non è stato un bello spettacolo quello andato in scena ieri, sapere solo intorno alle 19 che tutto sarebbe stato rimandato di un giorno. E ancora non si sapeva in che colore saremmo stati piazzati. In un periodo di grande incertezza abbiamo bisogno di tante cose ma non di questo caos. Abbiamo bisogno di avere almeno la certezza di quello che si può fare. Ci sono due punti nel nuovo dpcm che non sono chiari riguardo ai mercati. Sembrerebbe che oltre al centro commerciale, nel fine settimana dovranno essere chiusi anche i mercati di quartiere, anche quello dell’antiquariato di San Zeno. Qui mi sfugge la logica: il mercato crea comunque assembramento, anche se fosse di martedì. Un altro punto non chiaro riguarda la quantità dei banchi: non può essere che nella zona rossa può stare un maggior numero di banchi che in zona gialla. Per questo ho chiesto chiarimenti attraverso il prefetto e le categorie. Spero arrivino chiarimenti entro domani. Detto questo”, ha concluso il sindaco, “siamo gialli e tiriamo un sospiro di sollievo. Significa che abbiamo una situazione sanitaria migliore di altri e che in virtù di questo abbiamo meno restrizioni che in altre regioni d’Italia. Ancor di più oggi, attraverso il comportamento di ognuno possiamo cercare di restare in questa fascia”.